Acide si nasce, e io, modestamente, lo nacqui.
Ma anche un paio di calci nel culo presi nella vita aiutano sempre a migliorare.
Cerca nel blog
Post in evidenza
lunedì 24 dicembre 2012
Il lato positivo
Ho cercato disperatamente di trovare 10 buoni motivi per essere in ufficio il 24 Dicembre, ma mi sono fermata a 5.
Uno
Rendere produttiva una mattinata che altrimenti avrei passato poltrendo.
È vero che dormire è la mi attività preferita, ma la scusa che mi racconto in questi casi è che quando la mattina ti alzi presto (o ti alzi e basta) riesci a fare un sacco di cose.
Tipo che avrei una tesi da scrivere e da mesi non sono andata oltre il sommario.
Tipo che ho in mente 3 post di cui scritti zero.
Tipo che alla fine ne ho scritto un altro (questo) e poi la mattinata è finita e non ho comunque combinato niente.
giovedì 6 dicembre 2012
Tagliatele la testa!
... come disse la Regina di Cuori!
La crisi non fa eccezione nel mondo della pubblicità: alcune case editrici stanno cogliendo l'opportunità al volo dei mancati introiti pubblicitari per tagliare qualche testa e testata (ciaone Flair, semmai l'aveste letto).
Le agenzie creative non si tirano indietro, tagliando in orizzontale i creativi più costosi, non importa quale fosse il loro contributo alla qualità delle proposte.
Aggiungiamo i responsabili aziendali che hanno sempre meno soldi da investire, e su quei pochi, vogliono decidere tutto, sostituendosi al creativo (fidatevi, lo so, io sono il cliente) e otteniamo una bella lista di delitti pubblicitari che invade in particolare la nostra televisione generalista (graziesignoregrazie! di avere creato RealTime e La5), ma anche la radio, la stampa...
Dopo i Telegatti e i Teleratti, presento quindi i Tele-insulti all'intelligenza umana.
La votazione è avvenuta nel mese in corso, dal mio personalissimo divano di casa, quindi in fascia prime-time.
Il giudice unico e insindacabile sono io, massima esperta di televisione nel Mondo Mordo (che comprende me, i genitori Mordo, sorella Mordo, il Cavaliere Impavido e pochi altri).
Vengono equamente condannti i creativi, per avere anche solo pensato di proporre delle idee del genere, e le aziende per averle approvate, magari battendosi le mani tra loro. Vi devono cadere, quelle mani!
La crisi non fa eccezione nel mondo della pubblicità: alcune case editrici stanno cogliendo l'opportunità al volo dei mancati introiti pubblicitari per tagliare qualche testa e testata (ciaone Flair, semmai l'aveste letto).
Le agenzie creative non si tirano indietro, tagliando in orizzontale i creativi più costosi, non importa quale fosse il loro contributo alla qualità delle proposte.
Aggiungiamo i responsabili aziendali che hanno sempre meno soldi da investire, e su quei pochi, vogliono decidere tutto, sostituendosi al creativo (fidatevi, lo so, io sono il cliente) e otteniamo una bella lista di delitti pubblicitari che invade in particolare la nostra televisione generalista (graziesignoregrazie! di avere creato RealTime e La5), ma anche la radio, la stampa...
Dopo i Telegatti e i Teleratti, presento quindi i Tele-insulti all'intelligenza umana.
La votazione è avvenuta nel mese in corso, dal mio personalissimo divano di casa, quindi in fascia prime-time.
Il giudice unico e insindacabile sono io, massima esperta di televisione nel Mondo Mordo (che comprende me, i genitori Mordo, sorella Mordo, il Cavaliere Impavido e pochi altri).
Vengono equamente condannti i creativi, per avere anche solo pensato di proporre delle idee del genere, e le aziende per averle approvate, magari battendosi le mani tra loro. Vi devono cadere, quelle mani!
mercoledì 28 novembre 2012
Alzati e cammina
Qualche giorno fa ho partecipato a un convegno in centro (a Milano). Significa che ho potuto uscire dal Bronx dove lavoro e accedere per qualche ora al mondo civile, dove c'è gente, ci sono luci, ci sono... negozi.
Finito il convegno, ero in zona via Dante, decido di fare una capatina da Sephora per comprare uno shampo, del cui prezzo non mi ero stranamente informata sul sito. Sono decisa, entro, punto la meta, sbatto le ciglia decido che no! 25€ anche no. Lo shampo è questo, e per la cronaca è molto buono. Ancora più buono è il balsamo. Io ho un capello liscio naturale, non spaghetto, ma tendenzialmente refrattario a qualsiasi piega mossa; non lo piastro, ma lo tingo. E ho i capelli mediamente lucidi. E li curo. E voglio loro davvero bene.
Ma venticinque (venticinque!) euro anche no.
Come so che lo shampo è buono? Avevo un campione gratuito.
Quindi esco con la coda tra le gambe, perché sapevo che non c'erano altre marche interessanti per i capelli, sforzandomi con tutta me stessa per stare lontana dagli espositori di make up, che non è aria... e sento il profumo.
Di cosa? Se alla parola profumo+per strada non vi è venuto in mente niente, non siete passate da qui.
Finito il convegno, ero in zona via Dante, decido di fare una capatina da Sephora per comprare uno shampo, del cui prezzo non mi ero stranamente informata sul sito. Sono decisa, entro, punto la meta, sbatto le ciglia decido che no! 25€ anche no. Lo shampo è questo, e per la cronaca è molto buono. Ancora più buono è il balsamo. Io ho un capello liscio naturale, non spaghetto, ma tendenzialmente refrattario a qualsiasi piega mossa; non lo piastro, ma lo tingo. E ho i capelli mediamente lucidi. E li curo. E voglio loro davvero bene.
Ma venticinque (venticinque!) euro anche no.
Come so che lo shampo è buono? Avevo un campione gratuito.
Quindi esco con la coda tra le gambe, perché sapevo che non c'erano altre marche interessanti per i capelli, sforzandomi con tutta me stessa per stare lontana dagli espositori di make up, che non è aria... e sento il profumo.
Di cosa? Se alla parola profumo+per strada non vi è venuto in mente niente, non siete passate da qui.
giovedì 22 novembre 2012
Conosci te stesso
La tua azienda organizza un cocktail nel nuovo negozio che avete aperto nel quadvilatevo della moda. Sei l'ultima arrivata, durerà poco, che fai? Ti organizzi e ci vai.
Ti svegli la mattina alle 6, felice di poter dormire ancora venti minuti. Chiudi gli occhi. Li riapri e il tuo istinto sta già facendo suonare l'allarme stile Lost 3^ stagione. BAM!BAM!BAM! E infatti. Il cellulare è morto e con lui la sveglia. Sono le 6.55, SOLO 35 minuti più tardi del previsto. NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Ti svegli la mattina alle 6, felice di poter dormire ancora venti minuti. Chiudi gli occhi. Li riapri e il tuo istinto sta già facendo suonare l'allarme stile Lost 3^ stagione. BAM!BAM!BAM! E infatti. Il cellulare è morto e con lui la sveglia. Sono le 6.55, SOLO 35 minuti più tardi del previsto. NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
giovedì 8 novembre 2012
Fenomenologia della realtà applicata a 007
Se tra trent’anni facessero una retrospettiva sui film di
James Bond, usando il film come specchio della realtà, il mondo dipinto nel
2012 sarebbe: povero, puritano, maschilista, con i soliti pregiudizi, ma
elegante. Ah sì, signora mia.
Povero
In tempi di crisi, si sa, si stringe la cinghia. E quindi le
location sono quelle che sono: una Istanbul ripresa dall’alto, una Macao girata
in piscina e Londra. Poi Londra sotterranea e Londra sui tetti. L'ho detto Londra?
Tagli anche agli stuntman: una sola scena di inseguimento,
sapientemente piazzata all’inizio, perché si sa che l’attenzione di un uomo
dura quei dieci minuti al massimo.
- Off topic:
questa è la fase del film dove si sente fortemente la differenza tra uomini e
donne: le donne guardano i colori del suk, l’architettura, e, se sono attente, notano
il Chroma-Key. Gli uomini guardano la scena con le mani strette come se
impugnassero le manopole della moto e credendo fortemente che si possa fare moto-cross
sui tetti di un suk. Sissì. –
Tagli ai gadget (non ce se sono) e alle auto: l'unica notevole è una Aston Martin d'epoca che viene debitamente sforacchiata ed esplosa. Per il resto c'è solo la metropolitana. Son tempi duri.
Maschilista e Puritano
Esigo che nessuna attrice del film si fregi del titolo di
Bond Girl, perché le due strappagnone di turno hanno un ruolo meno che
marginale. Una gli spara, garantendosi una fulminea carriera al MI6 e
diventando segretaria a vita, e l’altra gli parla per un quarto d’ora con le
sue labbra color Berry (che poi è Burgundy, che poi è Bordeaux, citando me stessa medesima) inguainata in
un abito che riassumerei a “Minnie”, figa in un modo assurdo.
lunedì 5 novembre 2012
Confesso che ho pagato
A scuola sono sempre stata piuttosto brava. Da braverrima a bravina, in una parabola discendente. Anzi, una linea retta da funzione a proporzionalità inversa non molto inclinata.
A tre anni sapevo leggere. Mia madre si è convinta che fossi un genio e ha cercato di mandarmi a scuola un anno prima. Per fortuna dalle mie parti la "primina" non esiste, quindi sono andata alle elementari a 6 anni come tutti. Per fortuna, perché quelli dell' 81 al Paesello sono una palla, mentre il 1982 ROCKS!
Comunque, la leggenda metropolitana che io fossi molto intelligente è nata qui.
Alle elementari ero la più brava della classe. Non avevo mai i compiti a casa da fare, perché li facevo sempre durante le ore di lezione. Mia madre credeva che fosse così per tutti. In particolare anche per quella lazzarona di mia sorella che mi ha seguito tre anni dopo. Madre Mordo si deve ancora riprendere dal trauma di dover rinunciare ai suoi pomeriggi di cazzeggio per aiutare mia sorella a colorare.
Io invece, ero brava.
Fino in terza elementare, quando sono arrivate le divisioni a due cifre. Divisioni a due cifre IS MALE. Divisioni a due cifre is KRIPTONITE. Lì ho dato un senso alla parola "malditesta". Ricordo che il sabato mattina avevo due ore di matematica e tornavo a casa regolarmente piangendo per la frustrazione. Non me ne veniva una che fosse una. Confesso che ho difficoltà ancora oggi. Ma da qui nasce la seconda leggenda metropolitana, cioé che io odi la matematica. Che non è vero. Io odio il fatto che non mi viene. La matematica è stupida: il 99% delle volte c'è un unico procedimento per arrivare al risultato. E' tutto un causa-effetto, non puoi sbagliare. E nonostante questo NON MI VIENE, CAZZO. Non apriamo il capitolo espressioni, ti distrai un attimo, un più al posto di un meno e tààààc, va tutto a puttane.
A tre anni sapevo leggere. Mia madre si è convinta che fossi un genio e ha cercato di mandarmi a scuola un anno prima. Per fortuna dalle mie parti la "primina" non esiste, quindi sono andata alle elementari a 6 anni come tutti. Per fortuna, perché quelli dell' 81 al Paesello sono una palla, mentre il 1982 ROCKS!
Comunque, la leggenda metropolitana che io fossi molto intelligente è nata qui.
Alle elementari ero la più brava della classe. Non avevo mai i compiti a casa da fare, perché li facevo sempre durante le ore di lezione. Mia madre credeva che fosse così per tutti. In particolare anche per quella lazzarona di mia sorella che mi ha seguito tre anni dopo. Madre Mordo si deve ancora riprendere dal trauma di dover rinunciare ai suoi pomeriggi di cazzeggio per aiutare mia sorella a colorare.
Io invece, ero brava.
Fino in terza elementare, quando sono arrivate le divisioni a due cifre. Divisioni a due cifre IS MALE. Divisioni a due cifre is KRIPTONITE. Lì ho dato un senso alla parola "malditesta". Ricordo che il sabato mattina avevo due ore di matematica e tornavo a casa regolarmente piangendo per la frustrazione. Non me ne veniva una che fosse una. Confesso che ho difficoltà ancora oggi. Ma da qui nasce la seconda leggenda metropolitana, cioé che io odi la matematica. Che non è vero. Io odio il fatto che non mi viene. La matematica è stupida: il 99% delle volte c'è un unico procedimento per arrivare al risultato. E' tutto un causa-effetto, non puoi sbagliare. E nonostante questo NON MI VIENE, CAZZO. Non apriamo il capitolo espressioni, ti distrai un attimo, un più al posto di un meno e tààààc, va tutto a puttane.
lunedì 22 ottobre 2012
Brevi messaggi di follia quotidiana
Nel week-end fatto cambio dell'armadio. Stop
Stanca, ma felice. Stop
Buttato un botto di roba. Stop
Ammesso con me stessa che in quella taglia non ci rienterò mai più, salvo dieta da appendicite. Stop
Ora, guardando l'armadio, non mi vengono più i brividi di freddo. Stop
Appena finito, è tornata l'estate. Stop
Ma vaffanculo.
giovedì 11 ottobre 2012
50 sfumature di rosso
Naaah, non è quello che la metà di voi sta pensando.
Sì, è quello che sta pensando l'altra metà.
Non parlerò di un libro (o tre, a seconda di quanto ci vogliamo male) che mi rifiuto di leggere.
Posso affermare tranquillamente che non sono per niente snob nella lettura: leggo di tutto, da Sophie Kinsella a Bulgakov, da Kay Scarpetta a Bukowski. Senza necessariamente capire tutto, però non mi dò limiti. Ho molto tempo a disposizione, viaggiando in treno, quindi consumo pagine a volontà. Di solito scelgo i libri in biblioteca in base al titolo e alla copertina, quindi non sono ufficialmente una difficile.
Ma questo no.
Cinquanta sfumature di come anni di lotte femminste possano finire nel cesso, non ce la posso fare.
Non è per la trama, è per la campagna di marketing che ci ruota attorno. La trama è banale, dagli estratti che ho letto la scrittura stessa usa termini banali (possibile che i capezzoli possano solo inturgidirsi?). E' per il successo che ha avuto.
Alle donne piace il sesso. Sai che scoperta. Alle donne piace leggere di sesso, la Harmony ne sa qualcosa. Ma io esigo che sia scritto bene. Anni fa, quando GQ era ancora un mensile per uomini con le palle, sotto la direzione di Michele Lupi, venne introdotta una rubrica di racconti erotici più o meno spinti. Bastava una pagina sola e SBAM! Non era il caso di produrre una trilogia di banalità.
E vogliamo ricordare il successo de I Pilastri della Terra di Ken Follett? Qualcuno ricorda la trama o l'ambientazione? No, solo che c'erano delle scene da paura. Perciò Mr E.L. James non ha inventato nulla di nuovo. Ma il suo ufficio marketing sì. Più che un caso editoriale, ha creato un caso di marketing: come immettere sul mercato e vendere milioni di copie di nulla.
E la figura da piccola casalinghefrustatefrustrate che vogliono farci fare mi fa parecchio incazzare. Ad aggiungere la ciliegina sulla torta, queste ohibò casuali dichiarazioni delle nostre vippette locali su come-dove-perché-con-chi fanno sesso. In particolare le madri di famiglia. Avete notato il fiorire di dichiarazioni puntalmente riprese dalla nuova frontiera del gossip, Corriere.it? Lorella Cuccarini, tu quoque ti sei prestata al gioco. Hai 4 figli, immaginavo che non fossi vergine. Tu, mia musa e sogno della mia infanzia, cadere così in basso... Antonellina, sei tanto cara, ma la visione di te vestita di latex mi fa accapponare la pelle. Soprattutto se poi con le stesse mani arrotoli i tortellini su Rai1 oppure fai cantare i bambini la sera. Brrrr! E grazie, girazie! Justine Mattera per averci rivelato che stai con tuo marito a forza di pompini.
Posso affermare tranquillamente che non sono per niente snob nella lettura: leggo di tutto, da Sophie Kinsella a Bulgakov, da Kay Scarpetta a Bukowski. Senza necessariamente capire tutto, però non mi dò limiti. Ho molto tempo a disposizione, viaggiando in treno, quindi consumo pagine a volontà. Di solito scelgo i libri in biblioteca in base al titolo e alla copertina, quindi non sono ufficialmente una difficile.
Ma questo no.
Cinquanta sfumature di come anni di lotte femminste possano finire nel cesso, non ce la posso fare.
Non è per la trama, è per la campagna di marketing che ci ruota attorno. La trama è banale, dagli estratti che ho letto la scrittura stessa usa termini banali (possibile che i capezzoli possano solo inturgidirsi?). E' per il successo che ha avuto.
Alle donne piace il sesso. Sai che scoperta. Alle donne piace leggere di sesso, la Harmony ne sa qualcosa. Ma io esigo che sia scritto bene. Anni fa, quando GQ era ancora un mensile per uomini con le palle, sotto la direzione di Michele Lupi, venne introdotta una rubrica di racconti erotici più o meno spinti. Bastava una pagina sola e SBAM! Non era il caso di produrre una trilogia di banalità.
E vogliamo ricordare il successo de I Pilastri della Terra di Ken Follett? Qualcuno ricorda la trama o l'ambientazione? No, solo che c'erano delle scene da paura. Perciò Mr E.L. James non ha inventato nulla di nuovo. Ma il suo ufficio marketing sì. Più che un caso editoriale, ha creato un caso di marketing: come immettere sul mercato e vendere milioni di copie di nulla.
E la figura da piccola casalinghe
Quindi, il tema del post è un altro.
martedì 2 ottobre 2012
Ditelo alla sposa
E' arrivata anche la versione italiana di "Non ditelo alla sposa" (il martedì su Lei, canale 127 di Sky e in replica su La7, il martedì alle 23 dichiarate, 23.50 effettive).
Prima di cominciare a (s)parlare del programma, vorrei enunciare il mio curriculum. Mi sento titolata per parlare dell'argomento perché ho maturato una certa esperienza, dopo avere visto le mie amiche sposarsi una a una, nei modi, giorni e mesi più improbabili, incluse le versioni "a sorpresa" e "non te lo volevo dire ma mi sono sposata". Ho visto la versione UK e irlandese su Rai5, più tutte le trasmissioni possibili e immaginabili su Realtime sull'argomento e il sabato mattina faccio colazione davanti a WeddingTv guardando i filmati dei matrimoni altrui. Al momento sono in bilico tra la nausea, la voglia di non farlo MAI e la voglia assurda di sposarmi domani. E' un bel dilemma, ma questo non è il tema del post.
Per chi non conoscesse il programma, in ogni puntata la produzione separa una coppia di promessi sposi e fornisce lo sposo di15.000 Euro per organizzare il matrimonio in 3 (sì, tre) settimane. Nel budget ci deve stare tutto: catering, abiti, fotografo, fiori...e qualsiasi cosa vi venga in mente (cioé molto poco altro). Gli sposi non possono sentirsi durante l'organizzazione e la sposa è ignara di tutto fino alla fine. La puntata ruota quindi attorno al dramma esistenziale dello sposo che non sa gestire un budget e non conosce la sposa, e la sposa che vive nell'ansia per tre settimane.
Prima di cominciare a (s)parlare del programma, vorrei enunciare il mio curriculum. Mi sento titolata per parlare dell'argomento perché ho maturato una certa esperienza, dopo avere visto le mie amiche sposarsi una a una, nei modi, giorni e mesi più improbabili, incluse le versioni "a sorpresa" e "non te lo volevo dire ma mi sono sposata". Ho visto la versione UK e irlandese su Rai5, più tutte le trasmissioni possibili e immaginabili su Realtime sull'argomento e il sabato mattina faccio colazione davanti a WeddingTv guardando i filmati dei matrimoni altrui. Al momento sono in bilico tra la nausea, la voglia di non farlo MAI e la voglia assurda di sposarmi domani. E' un bel dilemma, ma questo non è il tema del post.
Per chi non conoscesse il programma, in ogni puntata la produzione separa una coppia di promessi sposi e fornisce lo sposo di15.000 Euro per organizzare il matrimonio in 3 (sì, tre) settimane. Nel budget ci deve stare tutto: catering, abiti, fotografo, fiori...e qualsiasi cosa vi venga in mente (cioé molto poco altro). Gli sposi non possono sentirsi durante l'organizzazione e la sposa è ignara di tutto fino alla fine. La puntata ruota quindi attorno al dramma esistenziale dello sposo che non sa gestire un budget e non conosce la sposa, e la sposa che vive nell'ansia per tre settimane.
martedì 18 settembre 2012
Lo stalking ai tempi del colera
* Attenzione, questo post contiene degli spoiler. Se avete trent'anni e non avete visto Titanic, sono certa che vi siano mancati i fondamentali dell'adolescenza. Correte ai ripari.
Non so se avete seguito qualche giorno fa la twit-bufera sugli OneDirection (e chi sono, direte voi? Non lo so, credo una boyband). Riassunto: uno dei membri ha cancellato il suo account su Twitter e le twit-fan si sono rivoltate per farlo ritornare. Poi sono arrivate le fan di Justin Bibier a insultarle (perché tra di loro si odiano). Poi sono arrivati gli adulti a insultare entrambi i gruppi perché intasavano Twitter di merda. Io ho assistito solo di striscio perché seguo qualcuno del terzo gruppo (gli adulti).
Poi mi arriva la Titanic Box e vengo catapultata nel 1998.
Sì, lo so che la rete è affollata di questi post flash back e che io arrivo per ultima, essendo la blogger più disconnessa del mondo, ma abbiate pazienza, sono tre giorni che vivo in un flash back personale e non potevo scrivere prima.
Immersa tra il dvd, il blu ray e la versione 3D, seduta sul libro fotografico che mia sorella sbava per avere ("Perché a te regalano le cose?"), mi chiedo cosa avrei fatto io se Twitter e i social media fossero esisiti allora. Nel 1998 avevo sedici anni (che sono i tredici di oggi, età media delle fan di cui sopra). Non mi ricordo come sia nato tutto il buzz attorno al film, forse un'onda anomala del successo degli USA, sommata alla coda di Romeo+Juliet, che considero ancora oggi un capolavoro, con il condimento di tutti quei Cioé...boh. Allora non c'era Twitter su cui creare l'hashtag #LeodiCaprioquantoseifigo e far parlare le bimbeminkia di tutto il mondo.
Resta il fatto che insieme alla mia migliore amica decido di andare a vederlo, gasata come una bottiglia di Coca-Cola appena agitata. Andiamo al secondo spettacolo della sera, perché fa tanto "grandi". Grosso errore, perché la mattina dopo c'era scuola e il film dura solo quelle 3 orette. Ancora più grosso perché se vai al secondo spettacolo, entrando incontri le persone uscite dal primo, in particolare una stronza che grida all'amica: "Però che triste alla fine quando lui muore."
!
!!
!!@$!!
Maporcaputtanavaccastronza.
Non so se avete seguito qualche giorno fa la twit-bufera sugli OneDirection (e chi sono, direte voi? Non lo so, credo una boyband). Riassunto: uno dei membri ha cancellato il suo account su Twitter e le twit-fan si sono rivoltate per farlo ritornare. Poi sono arrivate le fan di Justin Bibier a insultarle (perché tra di loro si odiano). Poi sono arrivati gli adulti a insultare entrambi i gruppi perché intasavano Twitter di merda. Io ho assistito solo di striscio perché seguo qualcuno del terzo gruppo (gli adulti).
Poi mi arriva la Titanic Box e vengo catapultata nel 1998.
Sì, lo so che la rete è affollata di questi post flash back e che io arrivo per ultima, essendo la blogger più disconnessa del mondo, ma abbiate pazienza, sono tre giorni che vivo in un flash back personale e non potevo scrivere prima.
Immersa tra il dvd, il blu ray e la versione 3D, seduta sul libro fotografico che mia sorella sbava per avere ("Perché a te regalano le cose?"), mi chiedo cosa avrei fatto io se Twitter e i social media fossero esisiti allora. Nel 1998 avevo sedici anni (che sono i tredici di oggi, età media delle fan di cui sopra). Non mi ricordo come sia nato tutto il buzz attorno al film, forse un'onda anomala del successo degli USA, sommata alla coda di Romeo+Juliet, che considero ancora oggi un capolavoro, con il condimento di tutti quei Cioé...boh. Allora non c'era Twitter su cui creare l'hashtag #LeodiCaprioquantoseifigo e far parlare le bimbeminkia di tutto il mondo.
Resta il fatto che insieme alla mia migliore amica decido di andare a vederlo, gasata come una bottiglia di Coca-Cola appena agitata. Andiamo al secondo spettacolo della sera, perché fa tanto "grandi". Grosso errore, perché la mattina dopo c'era scuola e il film dura solo quelle 3 orette. Ancora più grosso perché se vai al secondo spettacolo, entrando incontri le persone uscite dal primo, in particolare una stronza che grida all'amica: "Però che triste alla fine quando lui muore."
!
!!
!!@$!!
Maporcaputtanavaccastronza.
mercoledì 12 settembre 2012
Una storia decadente
Io, alle fisciòn italiane, di solito le schifo.
Sento che la mia professoressa di italiano del liceo ha avuto le convulsioni, dopo questa frase. Ma scritta così rende meglio. Non le schifo di principio perché sono italiane. Per par condicio, posso dire che schifo quasi tutta la valanga di prodotti tedeschi che ha invaso le nostre reti. Per chi non lo sapesse, c'è un'accordo a livello europeo per distribuire materiale culturale tra i paesi. Con quantità e ore di visione ben definiti. Comunque, in barba al trattato di Eurovision, io le schifo.
Le fisciòn tedesche sembrano sempre girate in Germania dell'Est, il protagonista principale è il grigio.
Le fisciòn italiane invece hanno due grossi difetti. Il primo è che gli sceneggiatori scrivono storie di una banalità imbarazzante, ed è un difetto non da poco. Il secondo è che non sono doppiate. Siamo stati viziati da una tradizione di doppiaggio eccellente che ci ha abituato ad alti standard, che distolgono l'attenzione dalle espressioni facciali mummificate. Avete mai provato a vedere un film con Nicole Kidman in lingua originale? Beh, non fatelo. Vi renderete conto che gli Oscar sono attribuiti a cazzo. Quindi le fisciòn italiane mi creano un certo disagio. Non importa se trattano di ammmòre, odio, vendetta o fantascienza. Quali sono le serie di fantascienza? Quelle con Gabriel Garko e Manuela Arcuri. E' pura fantascienza come, in un periodo di crisi e con tutti gli attori italiani che ci sono in giro, nel palinsesto di Canale5 c'è spazio per almeno 3 serie all'anno per questi due.
Come ho detto sopra, di solito. Poi succede che un caldo sabato di giugno, mentre svengo sul divano dopo aver recitato la mia versione preferita della Casalinga Disperata che ramazza il pavimento, la tv si sintonizza su un canale del digitale terrestre Mediaset su cui è in onda una replica di Squadra Antimafia 3. All'inizio sono solo incuriosita dal cambiamento sconvolgente di Simona Cavallari. Lei è la prova che c'è speranza per le donne. Che è possibile migliorare dai 20 ai 40 e diventare una figah spaziale. Per chi non sa come fosse a 20, dico solo "I ragazzi del muretto". Il resto fatelo fare a Google.
Sono lì che guardo la trasformazione, capisco che la serie parla di mafia, che è ambientata a Palermo pe'davero, nel senso che la maggior parte delle comparse parla con un accento talmente forte che non capisco intere frasi. Scopro che Giulia Michelini, da sorella rompicazzi di Claudia Pandolfi in Distretto di Polizia ennesimo, è diventata un'ottima mafiosa cattiva come la cicuta e una brava attrice.
Pausa doverosa: giuroh! che non ho guardato Distretto di Polizia. Solo la puntata in cui ritrovano il cadavere di Giorgio Pasotti e ho pianto talmente tanto da rifiutarmi di vedere il resto.
Insomma, sono lì tra il distratto e l'assopito, e poi compare il segno-divino-che-dà-un-senso-a-tutto.
Sento che la mia professoressa di italiano del liceo ha avuto le convulsioni, dopo questa frase. Ma scritta così rende meglio. Non le schifo di principio perché sono italiane. Per par condicio, posso dire che schifo quasi tutta la valanga di prodotti tedeschi che ha invaso le nostre reti. Per chi non lo sapesse, c'è un'accordo a livello europeo per distribuire materiale culturale tra i paesi. Con quantità e ore di visione ben definiti. Comunque, in barba al trattato di Eurovision, io le schifo.
Le fisciòn tedesche sembrano sempre girate in Germania dell'Est, il protagonista principale è il grigio.
Le fisciòn italiane invece hanno due grossi difetti. Il primo è che gli sceneggiatori scrivono storie di una banalità imbarazzante, ed è un difetto non da poco. Il secondo è che non sono doppiate. Siamo stati viziati da una tradizione di doppiaggio eccellente che ci ha abituato ad alti standard, che distolgono l'attenzione dalle espressioni facciali mummificate. Avete mai provato a vedere un film con Nicole Kidman in lingua originale? Beh, non fatelo. Vi renderete conto che gli Oscar sono attribuiti a cazzo. Quindi le fisciòn italiane mi creano un certo disagio. Non importa se trattano di ammmòre, odio, vendetta o fantascienza. Quali sono le serie di fantascienza? Quelle con Gabriel Garko e Manuela Arcuri. E' pura fantascienza come, in un periodo di crisi e con tutti gli attori italiani che ci sono in giro, nel palinsesto di Canale5 c'è spazio per almeno 3 serie all'anno per questi due.
Come ho detto sopra, di solito. Poi succede che un caldo sabato di giugno, mentre svengo sul divano dopo aver recitato la mia versione preferita della Casalinga Disperata che ramazza il pavimento, la tv si sintonizza su un canale del digitale terrestre Mediaset su cui è in onda una replica di Squadra Antimafia 3. All'inizio sono solo incuriosita dal cambiamento sconvolgente di Simona Cavallari. Lei è la prova che c'è speranza per le donne. Che è possibile migliorare dai 20 ai 40 e diventare una figah spaziale. Per chi non sa come fosse a 20, dico solo "I ragazzi del muretto". Il resto fatelo fare a Google.
Sono lì che guardo la trasformazione, capisco che la serie parla di mafia, che è ambientata a Palermo pe'davero, nel senso che la maggior parte delle comparse parla con un accento talmente forte che non capisco intere frasi. Scopro che Giulia Michelini, da sorella rompicazzi di Claudia Pandolfi in Distretto di Polizia ennesimo, è diventata un'ottima mafiosa cattiva come la cicuta e una brava attrice.
Pausa doverosa: giuroh! che non ho guardato Distretto di Polizia. Solo la puntata in cui ritrovano il cadavere di Giorgio Pasotti e ho pianto talmente tanto da rifiutarmi di vedere il resto.
Insomma, sono lì tra il distratto e l'assopito, e poi compare il segno-divino-che-dà-un-senso-a-tutto.
lunedì 3 settembre 2012
Gira la ruota, giralaaaaa
Questo è un post aperto per la Zitella. E per tutte coloro che vorranno intervenire.
Siamo al solito evento che genera più caos da #cazzomimetto che andare a colloquio da Elisabetta II, un matrimonio.
Perché non importa a quanti matrimoni hai partecipato, non importa che ruolo hai dopo la sposa, (da testimone a nessuno), non importa se c’è qualcuno che conosci, se sei sola o accompagnata, ogni dannata volta si riparte da capo. Per quanto ti sei preparata, l'ultima volta hai sicuramente commesso un errore, e lo hai scoperto guardando le foto il giornoun’ ora dopo essere arrivata a casa.
Il mio ultimo? Ho fatto la tinta lo stesso giorno dell'evento, la parrucchiera ha sbagliato o la tinta era andata a male ed è venuta troppo scura, con la cute un po' scurita dalla tinta fresca, ma me ne sono accorta solo molto dopo. Morale della favola? Sulle foto, anche quelle sfuocate, si vede solo la mia cofana di capelli: un blocco di nero quasi ai livelli di Tata Francesca.
E nessuno si è ubriacato, quindi tutti ricorderanno.
Diciamo che, per fortuna c’erano altri dettagli su cui focalizzarsi: la mamma della sposa in verde evidenziatore e pizzo nero, pettinata come Nelly Oleson della Casa nella Prateria (giuroh!) e due ragazze con lo stesso vestito, di cui una carina, ma abbondante e un’altra figa-figa in modo assurdo. Indovinate chi voleva andare a casa asuicidarsicambiarsi?
Diciamo che, per fortuna c’erano altri dettagli su cui focalizzarsi: la mamma della sposa in verde evidenziatore e pizzo nero, pettinata come Nelly Oleson della Casa nella Prateria (giuroh!) e due ragazze con lo stesso vestito, di cui una carina, ma abbondante e un’altra figa-figa in modo assurdo. Indovinate chi voleva andare a casa a
E forse, il Grillo Parlante mi suggerisce, si ricorderanno più di quando abbiamo cantantogridato a squarciagola “Ricominciamo” di Pappalardo in mezzo alla sala da pranzo. Beh, cosa ci dobbiamo fare se l’inno del 1982 alle scuole medie era Ricominciamo nella versione di Mai dire Gol? Quando si sposa uno di noi DOBBIAMO cantarlo. Ai militari si suona la marcia, più o meno è la stessa cosa.
Detto questo, negli ultimi cinque anni sono stata a qualcosa come 12 matrimoni, MA nessuno il 13 di ottobre.
Solo il primo, quello della prima amica a sposarsi, anche detta “l’Apripista”, quattro anni fa. Ma allora ero giovane e incosciente. 4 anni fa potevo sbagliare, ma non l’ho fatto. Sono ancora fiera dei miei mega-boccoli (mega nel senso che il boccolo era grosso di diametro, non che sembravo la Tata come all’ultimo giro), c’è gente che ancora se li sogna di notte, del mio tubino nero senza spalline e del golfino rosa pervinca con scarpa abbinata. Super semplice, super sicuro. In più c’erano 24 gradi (il 4 ottobre!) e sembrava estate. Il classico colpo di culo della principiante.
A questo giro le difficoltà sono:
giovedì 30 agosto 2012
I tre porcellini - The Oggi Mordo version
Avvertenza: questa non è una favola per bambini; contiene insulti sparsi e comportamenti da adulti idioti, che potrebbero danneggiare le giovani menti. Don't try this at home. Non fatelo a casa. Non candeggiare. Non mettere il gatto nel microonde*.
C'erano qualche giorno fa i tre porcellini. Visto che la favola è ambientata nel 2012, gli daremo tre nomi adeguati al tempo: Mimì, Cocò e Cacam'u'cazzu. Invece di darsi all'edilizia, che in questo periodo non è un settore sano, decidono di darsi a un'altra attività: aprirsi delle porte nella vita.
Nello specifico le serrature delle macchine altrui.
C'erano qualche giorno fa i tre porcellini. Visto che la favola è ambientata nel 2012, gli daremo tre nomi adeguati al tempo: Mimì, Cocò e Cacam'u'cazzu. Invece di darsi all'edilizia, che in questo periodo non è un settore sano, decidono di darsi a un'altra attività: aprirsi delle porte nella vita.
Nello specifico le serrature delle macchine altrui.
giovedì 23 agosto 2012
Super Oggi Mordo Bros
Questa settimana ho fatto un bel Full-In!
I miei genitori sono partiti, quindi devo gestire la casa.
Se vi eravate persi il piccolo dettaglio che a trent’anni vivo ancora con i
miei, ebbene sì, lo ammetto e con un certo fastidio. Ma sto lavorando per
risolvere il problema.
Infatti, per portare avanti il progetto “Via da qui entro i 31” quest’estate
non si sono fatte vacanze, causa mutuo da pagare e casa in costruzione. Hospeso
le mie due settimane di ferie a dipingere il soffitto della casa nuova. Io e il
Cavaliere Impavido abbiamo passato giornate arrampicati su un trabattello a
passare la vernice protettiva sul soffitto in legno. Sono esperienze. Una coppia
deve saper reggere alle ore di silenzio, che non costituiscono un problema, ai
ripetuti attacchi sessuali di lui in condizioni di equilibrio precario a 4
metri di altezza (ma come gli viene?), alla sete, al caldo, all’olfatto che si
impregna dell’odore di vernice e ci resta anche quando sei altrove, al fatto
che lui si crede più bravo di te a dipingere, al fatto che i tuoi suoceri
passano a controllare due volte al giorno… Però ora sento quell’ammasso di
cemento un po’ più casa mia, e sono certa
che tra qualche anno ricorderò quei momenti con tenerezza. Ora io e la
mia spalla riusciamo solo a pensare “Sì, bello, però BASTA!”. A quando il
completamento delle opere e il trasferimento? Io vogliospero, SPERO!, entro Natale.
Potrebbe essere un bel regalo.
Finite le due settimane in cui ho visitato più volte il
BricoCenter vicino a casa che la camera da letto - approposito sapete quanto è
liberatorio/estraniante entrare in un luogo pubblico vestite come un muratore,
piene di polvere e con la vernice in faccia, e vedere che è normale e che c’è
altra gente come voi? E non sentirsi pazze? - dicevo, terminate le ferie, si
torna in ufficio, ma con la casa da gestire.
Ogni sera inizia il videogioco “Super Oggi
Mordo Bros”, con tanto di musichetta irritante e movimenti a scatti da
Nintendo anni ’90. Sono io quella che si muove a scatti come un carro armato: fare
questo, poi fare questo, poi fare questo… E’ come un anticipo sul futuro, per
qualcuno di voi è la normale Vera Vita di tutti i giorni: invece di dover programmare
solo cosa indossare il giorno dopo, devo pianificare cosa mangiare, quindi cosa
scongelare, preparare, cucinare urgentemente perché si sta guastando…, come
gestire l’ora di luce che resta dopo il rientro, per fare più cose possibili
senza accendere la luce che attira le zanzare, quali faccende fare e quali
rimandare. Perché non è come il sabato quando mediamente riesci a fare tutto. Bisogna
imperativamente lavorare per priorità. Mi duole ammettere che finora “lavarsi i
capelli” ha perso contro la pulizia (anche sommaria) della cucina e dei
pavimenti, che si sporcano anche quando non li usi.
giovedì 26 luglio 2012
Beauty-cromo-terapia
Qualche giorno fa mi sono semi imbucatainvitata a un evento Lush. Invitata, perché ero in lista (tiè), semi perché lo ero solo grazie a un' amica. Altrimenti chi mi si fila?
Questo è un post marchetta? Non lo so. Nessuno mi obbliga a scriverlo, ma sono stata ampiamente remunerata con un un prodotto in regalo, un muffin ai frutti di bosco, buonissimo, e un intruglio al succo di qualcosa e zenzero che Lush dovrebbe brevettare come panacea dopo-sbronza. Ti fa tirare su l'anima.
Questo è un post marchetta? Non lo so. Nessuno mi obbliga a scriverlo, ma sono stata ampiamente remunerata con un un prodotto in regalo, un muffin ai frutti di bosco, buonissimo, e un intruglio al succo di qualcosa e zenzero che Lush dovrebbe brevettare come panacea dopo-sbronza. Ti fa tirare su l'anima.
giovedì 19 luglio 2012
Sono sempre qui
In questo periodo sono stata un po' assente. Molto assente, direi.
Non è che non abbia cose da scrivere, è che sono successe delle cose che mi hanno fatto allontanare.
Non è stato un allontanamento consapevole, ma quando anche solo il pensiero del blog ti fa venire mal di pancia, capite bene che stare un po' lontano viene spontaneo.
Poi però, per fortuna (mia, vostra non so...) la voglia di scrivere prende il sopravvento.
mercoledì 11 luglio 2012
Lettera aperta a un'amica
Cara Ale,
sei stata l’amica più fedele degli ultimi vent’anni, nemmeno
la mia ex migliore amica è durata tanto.
In questi anni non ci siamo viste spesso, ma il giusto:
quelle 3/4 volte l’anno che permettono di conciliare due vite incasinate e,
allo stesso tempo, mantenere vivo il rapporto.
Ho visto nascere tuo figlio, seguito i tuoi progressi sul
lavoro, conosciuto le tue colleghe.
Mi sei stata vicina nei momenti decisivi della vita, mi hai
dato dei saggi consigli e io mi sono fidata di te per prendere delle decisioni
importanti.
Sappi che a nessun altro ho concesso tanta fiducia: dall’età di 3 anni
circa, non permetto a nessuno di decidere per me. Ma con te l’ho fatto. Diciamo
che questa fiducia te la sei ampiamente meritata nel corso degli anni e
superando diverse prove.
Non so cosa sia successo nell’ultimo anno, ma sento che
qualcosa è cambiato. So che hai attraversato dei momenti difficili nella tua
vita privata e ho rispettato la tua voglia di non parlarne, quindi non conosco
i dettagli. So solo che hai sofferto, e mi dispiace.
E mi dispiace aggiungere un carico al tuo dolore, ma questa
cosa te la devo proprio dire, non ce la faccio a tenermela dentro. Sono circa
sei mesi che mi gira nella testa come una palla rimbalzante, ed è venuto il momento di aprire la porta del
cervello e lasciarla libera. A costo di farmi odiare da te e di mettere in
pericolo la nostra amicizia.
Ale, ecco, io ti voglio bene, MA SE SBAGLI DI NUOVO A FARMI LA
TINTA, GIUROH CHE TI MOZZICO I DITI!
Con immutato affetto,
Oggi Mordo
venerdì 22 giugno 2012
Non ricordatemi così
E niente, ieri a pranzo con le colleghe si parlava di anni ’90,
e ad un certo punto la conversazione è virata sugli outfit (termine che negli
anni 90 non avevo mai sentito). Non è che oggi io sia esattamente la regina
dello stile (tranne che agli occhi di Madre Mordo), ma mi è partita una scarica
di brividi di paura al ricordo di un abbinamento (si chiamavano così) e al pensiero
che ci siano delle tracce fotografiche e dei ricordi nella mente della gente
che mi viene voglia di chiudermi in casa per un po’. Tipo per sempre.
L’OUTFIT NON E’ LA RAI (l'occasione fa la teenager cieca)
giovedì 14 giugno 2012
Boot Camp in metropolitana
In onore di tutte le bootcampiste della rete, di
tutte quelle che si alzano alle 4 del mattino per farsi insultare da un ex-marine
mentre fanno centomillentamila addominali, che corrono per ore nella nebbia a
-4°, senza potersi lamentare e, per di più, PAGANDO, vorrei proporre una
versione più completa e totally free: il Boot Camp nella Metropolitana.
Il corso si articola in due sessioni al giorno, la
mattina alle 8.45 e la sera alle 18.15,
solo nei giorni lavorativi, con stage avanzati in occasioni speciali. Il corso
si tiene da maggio a settembre sulla linea della Metro 1 di Milano (potete
proporre alternative per altre città, mi scuso per la ‘gnuranz).
IL CORSO CONSISTE
nel salire sul vagone centrale di un treno della MM1 nell’ora
di punta, senza aria condizionata, senza tappi per le orecchie, senza I-pod,
cellulare, smartphone, tablet o altro supporto informatico, senza libri o altra
forma di svago, senza profumo ai polsi per cercare sollievo, indossando solo una canotta che lascia scoperta molta pelle e un paio di
infradito di carta. Sarete forniti di una borsa a spalla e una shopper pesante e ingombrante.
Si salirà alla fermata Loreto (dove si incrociano due linee, per chi non è del
luogo) e si scenderà esattamente una fermata prima che scendano tutti, come Cordusio
(prima di Cadorna). Sarete dotati di un' arma da fuoco carica e una da taglio
di grandi dimensioni (modello sciabola moderna)
domenica 10 giugno 2012
mercoledì 6 giugno 2012
I numeri fanno paura
Stimolata da un commento nel post precedente, volevo segnalarvi un programma tv.
Me ne stupisco io stessa, di solito quando parlo di tv è per criticare ferocemente o per dileggiare qualcuno/qualcosa (infatti il blog si chiama vitadastronza, non volèmosebbene).
In questo caso mi sento di condividere con voi lo sgomento che mi assale ogni volta che vedo una puntata di Num3er1, in onda il martedì al pratico orario delle 23.25. Orario di Trenitalia, quindi variabile secondo necessità dei programmi precedenti.
Il format è costruito alternando due tipi di contenuti: servizi sul campo in uno stile “tipo” Report (scusate la terminologia poco ortodossa) e presentazioni dal vivo.
Nel secondo tipo di contenuto, il giornalista Marco Cobianchi, economista di Panorama, si presenta davanti al pubblico in uno studio virtuale, che diventa un immenso grafico a bolle, e ci racconta l’evoluzione negli ultimi 30 anni dei valori (economici) relativi al tema della puntata.
Ad esempio, se il tema è la corruzione, le bolle ci indicano la portata della corruzione nei diversi ambienti (sanità, politica, pubblica amministrazione…).
La bolla è tanto più grossa quanto più è grande il suo valore, si muove lungo l’asse temporale (in orizzontale) e in rapporto alle altre bolle (sull’asse verticale). In ogni momento si può capire cosa è cambiato nel tempo e come. Ma vale la pena vederlo.
Si accettano consigli (in lingua compremsibile).
Tutto l’archivio è consultabile qui:
La prospettiva permette di vedere i valori al di fuori delle dichiarazioni del presente (quest’anno con la manovra X sono entrati X soldi dalla lotta all’evasione fiscale) e di paragonarla al passato.
Cosa si scopre? Che non importa l’importo totale, quello che si è recuperato dall’evasione fiscale, da sempre, è una nocciolina dell’evaso. Cose così.
Il giornalista è molto bravo, migliore di alcuni professori che ho avuto. E’ fluido nel discorso, se legge o se recita non si nota. La sua voce è ferma, forte dei numeri.
Io resto incollata davanti allo schermo, un po’ basita, un po’ schifata, ma soprattutto incazzata.
Perché i soldi di cui si parla sono sempre i nostri.
A mio avviso, il programma dovrebbe essere proiettato alle scuole medie e superiori. Perché la spiegazione è di una semplicità disarmante, comprensibile a qualsiasi età. In questo modo, quando il politico di turno proporrà la sua campagna elettorale facendo leva sui sentimenti “del popolo” (giuro che se sento ancora un politico dire “popolo” gli faccio mangiare un petardo acceso), scatenando campagne medianiche su temi che gli fanno comodo, saremmo già pronti a rispedire la demagogia al mittente.
Il fatto che i numeri non siamo commentati, ti lascia libero di farti dei film nella testa. Ma sono sempre film dell’orrore. I numeri sono lì, non si possono contestare. I numeri di questo Paese fanno paura.
E’ ora di incazzarci.
venerdì 1 giugno 2012
Gli intoccabili
A Milano non succede.
Milano non sarà mai travolta da una colata di fango, non ci
sono montagne, ma la speculazione edilizia sì.
Milano non sarà mai allagata, non c’è il Po/il mare, anche
se qualche volta il Seveso e il Lambro si fanno sentire, vero progettista della
Metropolitana 5?
Milano non sarà invasa da fuoco, le case non sono di legno
come in centro a Londra.
Insomma, è più facile che Milano venga invasa da una mandria
di pantegane che cancellata da una calamità naturale.
E invece, basta un sobbalzo sulla sedia per farti pensare
diversamente. Nessuno è intoccabile. E sai bene che quello che hai sentito tu è
un mignolo di quelli che l’hanno sentito davvero.
Ma questo già basta per farti capire che dal 6° piano di un
palazzo pieno di gente non si uscirà mai vivi. Per restare talmente spaventata
da continuare a tremare per tutto il giorno, scoprendo che sei tu che tremi,
non il mondo. E fissare a ogni sospiro la palla appesa al soffitto
dell’ufficio: se quella è ferma, il mondo è saldo.
Nel frattempo il mondo umano delira.
giovedì 24 maggio 2012
Memorie di una sfiga
Oggi visita dalla dermatologa. Per chi non lo sapesse la mia
dermatologa ha i baffi (vedete un ritratto realistico nella foto), ma tant’è.
L’appuntamento è alle 14, in uno studio a (sole!) 4 fermate
di bus dall’ufficio.
Sposto la pausa pranzo, avverto il capo e mi imbarco.
Da brava donnina previdente, ho messo un tacco basso perché
c’è da camminare un po’.
A Milano è scoppiata l’estate. Lungi da me lamentarmi, ma se
aspettava un giorno in più per me era meglio.
Il bus arriva, ok, sono solo 4 fermate, ma pigiata in mezzo a una
mandria di studenti delle scuole medie, sì proprio quelli che hanno gli ormoni
a manetta e puzzano come delle capre in mezzo alla stalla. Sì, quelli che sta
per finire la scuola, non hanno niente da fare a casa e ciarlano concitati come
se avessero ingoiato le pile Duracell. Cè tipaaaa, cè tipoooo…Voglia di adolescenticidio sta'bbona.
venerdì 18 maggio 2012
Riapriamo i manicomi
Da piccola ho avuto poco a che fare con i film dell’orrore. Non c’è stato un Dawson con cui dividere un letto matrimoniale e vagonate di pop corn, i pigiama party a casa di qualcuno degenerati in urla di terrore, serate attorno al fuoco con il viso male illuminato a raccontare storie da brivido…(ma esistono al di fuori dei film?)
Il problema è che la realtà è molto più preoccupante della fantasia. Il mio nuovo riferimento culturale, Real Time, offre uno spaccato della società attuale che raggiunge livelli di spaventismo inauditi. Sapete qual è il programma che mi fa più paura? No, non Malattie Imbarazzanti. Quello mi fa sentire sollevata e grata che i miei difetti siano tali e non malattie mai sentite a volte incurabili.
Il programma che mi fa veramente paura è Little Miss America. (Lo so che arrivo tardi e su Sky si vedeva già un paio d’anni fa)
Spiegato per gli innocenti: bambine e bambini che partecipano a concorsi di bellezza.
Detto così non sembra neanche grave. E invece.
La realtà è che genitori mentecatti obbligano bambini a partire dai 2 anni a subire delle torture per poi salire su un palchetto e comportarsi come delle scimmiette addestrate.
Se si guardano più di due puntate, spuntano delle costanti: i genitori sono sempre degli obesi, che da piccoli hanno partecipato a dei concorsi, sono cresciuti nel mito di diventare Miss America, poi a 14 anni sono sborigiati* fuori e si sono trasformati in boiler ambulanti. Sono tutti obesi, ve lo giuro, e riversano sui figli le loro ambizioni mancate. Mentre i figli vengono, a suon di dollari, trasformati in mini Barbie, loro sorridono alla telecamera vestiti come se fossero pronti per le grandi pulizie di primavera, struccati e, se possibile, con i calzini bianchi.
mercoledì 16 maggio 2012
Alziamo il volume
In qualità di consumatrice, rivendico il mio diritto a non essere presa per il culo.
Le campagne pubblicitarie dei cosmetici fatte con artifici e poi fotoscioppate E' ORA DI BASTA.
Maggio, a quanto pare, è il mese del mascara. E più scorro le pagine dei femminili, più mi girano i cojones.
Questa per me è pubblicità ingannevole, non c'è altro modo di definirla. Possibile che l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria non se ne sia mai occupato?
Cominciamo con Pupa, che appiccica due tende da esterno alla modella, per un mascara Tempotest
Continuiamo con Deborah, che lancia il mascara effetto "Porcellino d'India peloso"
Le campagne pubblicitarie dei cosmetici fatte con artifici e poi fotoscioppate E' ORA DI BASTA.
Maggio, a quanto pare, è il mese del mascara. E più scorro le pagine dei femminili, più mi girano i cojones.
Questa per me è pubblicità ingannevole, non c'è altro modo di definirla. Possibile che l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria non se ne sia mai occupato?
Cominciamo con Pupa, che appiccica due tende da esterno alla modella, per un mascara Tempotest
Ciglia finte |
|
giovedì 10 maggio 2012
In tempi di crisi...
...non si butta via nulla.
Se non avete colto dai vari accenni nei post, sono una persona diversamente alta. A casa mia si dice: "Piscinin, bròt e catif!" Piccola, brutta e cattiva. Ma si dice con orgoglio.
Voglio negare di essere brutta, ma confermare di essere cattiva.
Di solito me ne fotto allegramente di avere il torcicollo quando guardo dal basso il Cavaliere Impavido o la Zitella, ma quando vedo certe foto mi viene da pensare.
Quanto sonobassaalta?
Diciamo che se comprassi questo pantalone, con quello che avanza dall'accrociamento dei pantaloni potrei farmici una giacchetta.
A maniche lunghe, certo.
Se non avete colto dai vari accenni nei post, sono una persona diversamente alta. A casa mia si dice: "Piscinin, bròt e catif!" Piccola, brutta e cattiva. Ma si dice con orgoglio.
Voglio negare di essere brutta, ma confermare di essere cattiva.
Di solito me ne fotto allegramente di avere il torcicollo quando guardo dal basso il Cavaliere Impavido o la Zitella, ma quando vedo certe foto mi viene da pensare.
Quanto sono
Diciamo che se comprassi questo pantalone, con quello che avanza dall'accrociamento dei pantaloni potrei farmici una giacchetta.
Francesco Scognamiglio su Yoox |
A maniche lunghe, certo.
martedì 8 maggio 2012
Credevo...e invece
Mi accorgo che uno dei segni dell'età è quando inizi a vedere in giro cose che sono già passate di moda una volta e speravicredevi che non le avresti riviste mai più. E invece.
E poi ci sono volte in cui strabuzzo gli occhi rifiutandomi di credere alla realtà.
Tipo:
le calze a rete. (nella vostra testa dovete pronunciarlo come gli Avion Travel in Elisir:)
Ci sono (poche) volte in cui vorresti strozzare la mamma per avere buttato dei capi che oggi sarebbero vintage. Io ho avuto persino una nonna che usava una LV d'annata per fare la spesa al mercato. Al mercato, quello del pesce, dico. Non perché sia ricca e abbia borse firmate da vendere, solo perché era una borsa vecchia che non andava bene per la Messa della domenica. Ho avuto la forza di dirle solo: "Ma...ma...ma nooonna!"
E poi ci sono volte in cui strabuzzo gli occhi rifiutandomi di credere alla realtà.
Tipo:
le calze a rete. (nella vostra testa dovete pronunciarlo come gli Avion Travel in Elisir:)
mercoledì 2 maggio 2012
Prove di resistenza: il trucco ai matrimoni
Questo post è figlio del post sul Cazzomimetto ai matrimoni della Zitella.
Sì, io e lei siamo un'associazione a delinquere.
Ho pensato, se avete fatto trenta sbattendovi a cercare il vestito adatto, non sputtanate tutto con il trucco sbagliato. E, in più, ho un'occasione per presentare dei nuovi prodotti Maddài (la prima puntata è qui)!
Il trucco viene dopo la scelta dell'abito e degli accessori, ma è necessario pensarlo qualche giorno prima per potersi procurare l'occorrente, specie se acquistate online, e prevedere un budget. Il 90% di quello che acquisterete potrete riutilizzarlo (questa è la scusa per giustificare la spesa), ma se non avete nulla, ci vuole un minimo investimento. Eppoi bisogna fare le prove.
La prima decisione da prendere è: andiamo sul sicuro con un trucco collaudato oppure tentiamo l'intentabile? Nel secondo caso bisogna fare le prove. Anche più di una, se vogliamo osare dei colori mai provati. E con indosso il vestito e gli accessori definitivi.
Fughiamo subito ogni velleità da sciuretta: abbinare il colore del trucco al colore dell'abito è passato di moda negli anni '90. Era già fuori moda quando è nata, questa abitudine. Ed era pessima. E' una scelta banale, e grazie al cielo oggi in negozio trovate qualsiasi colore vogliate, quindi, perdindirindina, applicatevi e trovate un colore appropriato. Se non volete fare fatica o non avete tempo, usate un look di sicurezza: due colori di ombretto che sapete vi stanno bene in ogni occasione e che stanno bene tra loro, una tonalità di rossetto che vi dona e via di corsa. Saranno per forza dei colori abbastanza neutri, ma con quelli sarete al sicuro. Al sicuro da grossi scivoloni e dal premio "best invitata più ffigah di tutteh". Certo, se siete figheh naturali, vincerete il premio con o senza make-up.
Ma non è questo il nostro obbiettivo. Qual'è l'obbiettivo quando si partecipa a un matrimonio? Festaggiare? Mmm. Essere felici per gli sposi? Forse. Trovare marito? Fuochino. Dimostrare alla gente del Paesello che quando lavori nella Grande Prugna hai quel non so che? Fuoco. Fare in modo che mentre entri in chiesa/comune il tuo compagno provi a immaginare la scena con te come sposa e non gli venga in mente di scappare? Incendio. Subissare la sposa ed essere la Principessa del Ballo? OH SIIII!!!
Quindi, rimbocchiamoci le maniche, ci vuole impegno.
Sì, io e lei siamo un'associazione a delinquere.
Ho pensato, se avete fatto trenta sbattendovi a cercare il vestito adatto, non sputtanate tutto con il trucco sbagliato. E, in più, ho un'occasione per presentare dei nuovi prodotti Maddài (la prima puntata è qui)!
Il trucco viene dopo la scelta dell'abito e degli accessori, ma è necessario pensarlo qualche giorno prima per potersi procurare l'occorrente, specie se acquistate online, e prevedere un budget. Il 90% di quello che acquisterete potrete riutilizzarlo (questa è la scusa per giustificare la spesa), ma se non avete nulla, ci vuole un minimo investimento. Eppoi bisogna fare le prove.
La prima decisione da prendere è: andiamo sul sicuro con un trucco collaudato oppure tentiamo l'intentabile? Nel secondo caso bisogna fare le prove. Anche più di una, se vogliamo osare dei colori mai provati. E con indosso il vestito e gli accessori definitivi.
Fughiamo subito ogni velleità da sciuretta: abbinare il colore del trucco al colore dell'abito è passato di moda negli anni '90. Era già fuori moda quando è nata, questa abitudine. Ed era pessima. E' una scelta banale, e grazie al cielo oggi in negozio trovate qualsiasi colore vogliate, quindi, perdindirindina, applicatevi e trovate un colore appropriato. Se non volete fare fatica o non avete tempo, usate un look di sicurezza: due colori di ombretto che sapete vi stanno bene in ogni occasione e che stanno bene tra loro, una tonalità di rossetto che vi dona e via di corsa. Saranno per forza dei colori abbastanza neutri, ma con quelli sarete al sicuro. Al sicuro da grossi scivoloni e dal premio "best invitata più ffigah di tutteh". Certo, se siete figheh naturali, vincerete il premio con o senza make-up.
Ma non è questo il nostro obbiettivo. Qual'è l'obbiettivo quando si partecipa a un matrimonio? Festaggiare? Mmm. Essere felici per gli sposi? Forse. Trovare marito? Fuochino. Dimostrare alla gente del Paesello che quando lavori nella Grande Prugna hai quel non so che? Fuoco. Fare in modo che mentre entri in chiesa/comune il tuo compagno provi a immaginare la scena con te come sposa e non gli venga in mente di scappare? Incendio. Subissare la sposa ed essere la Principessa del Ballo? OH SIIII!!!
Quindi, rimbocchiamoci le maniche, ci vuole impegno.
martedì 24 aprile 2012
Vale la pena di parlarne
C'è talmente tanto grigiume, qui nella Grande Prugna, che quando c'è una nota di colore, vale la pena parlarne e diffonderla.
Parlo del progetto Esco ad Isola, http://www.escoadisola.it, grazie al quale la Stazione Ferroviaria di Porta Garibaldi è stata riqualificata con murales-graffiti-opere, non saprei come definirli, tranne che sono bellissimi.
L'idea nasce a Maggio 2011, quando i giovani volontari di Nuova Acropoli iniziano a chiedersi come migliorare quel sottopassaggio della stazione nel quale si trovano a passare per raggiungere la loro sede. Come dire, non lasciamoci mangiare dal grigio. Grazie al cielo il Gruppo Ferrovie dello Stato ha reagito positivamente (in fondo hanno proposto loro di imbiancare aggratisse) e così il progetto ha preso vita.
Lo so che ve lo sto dicendo in ritardo, ma vi giuro che io passo da quella stazione tutti i santi giorni lavorativi e non è stata fatta nessuna comunicazione in Stazione. Per caso ci siamo accorti delle opere sul binario 20 (sono verso il fondo) e, sempre per caso, un giorno sono passata dal sottopassaggio centrale, mentre aspettavo l'ennesimo treno in ritardo.
Le opere si trovano sul sottopassaggio centrale, sugli accessi secondari ai binari 14-20 e sul binario 20.
Questa è la mia opera preferita:
A me piace Cappuccetto più del Lupo, ma vabbeh.
Accanto a queste opere, possiamo trovare anche le manifestazioni spontanee degli artisti EI, ovvero gli Emeriti Imbecilli, quelli che si sentono autorizzati a imbrattare le case e i muri di chiunque per il solo fatto di avere una bomboletta spray e un dito indice. Non sono contraria ai graffiti, nemmeno a quelli che non capisco, sui treni li trovo decorativi, TRANNE quando coprono il finestrino e mi impediscono di capire a che fermata sono. Sapete com'è, se in periferia scendi alla fermata sbagliata, passa un 'ora prima che ti ritrovi a quella giusta. Il messaggio per gli EI è: imparate, 'gnurant. E, se lo fate a casa mia, quel ditino indice potrete infilarvelo dove dico io, grazie al fatto che sarà staccato dal resto del corpo.
Parlo del progetto Esco ad Isola, http://www.escoadisola.it, grazie al quale la Stazione Ferroviaria di Porta Garibaldi è stata riqualificata con murales-graffiti-opere, non saprei come definirli, tranne che sono bellissimi.
L'idea nasce a Maggio 2011, quando i giovani volontari di Nuova Acropoli iniziano a chiedersi come migliorare quel sottopassaggio della stazione nel quale si trovano a passare per raggiungere la loro sede. Come dire, non lasciamoci mangiare dal grigio. Grazie al cielo il Gruppo Ferrovie dello Stato ha reagito positivamente (in fondo hanno proposto loro di imbiancare aggratisse) e così il progetto ha preso vita.
Lo so che ve lo sto dicendo in ritardo, ma vi giuro che io passo da quella stazione tutti i santi giorni lavorativi e non è stata fatta nessuna comunicazione in Stazione. Per caso ci siamo accorti delle opere sul binario 20 (sono verso il fondo) e, sempre per caso, un giorno sono passata dal sottopassaggio centrale, mentre aspettavo l'ennesimo treno in ritardo.
Le opere si trovano sul sottopassaggio centrale, sugli accessi secondari ai binari 14-20 e sul binario 20.
Questa è la mia opera preferita:
Big Bad Wolf di Massimo Mion, Poggitudine, Anakin, Dauidi |
A me piace Cappuccetto più del Lupo, ma vabbeh.
Accanto a queste opere, possiamo trovare anche le manifestazioni spontanee degli artisti EI, ovvero gli Emeriti Imbecilli, quelli che si sentono autorizzati a imbrattare le case e i muri di chiunque per il solo fatto di avere una bomboletta spray e un dito indice. Non sono contraria ai graffiti, nemmeno a quelli che non capisco, sui treni li trovo decorativi, TRANNE quando coprono il finestrino e mi impediscono di capire a che fermata sono. Sapete com'è, se in periferia scendi alla fermata sbagliata, passa un 'ora prima che ti ritrovi a quella giusta. Il messaggio per gli EI è: imparate, 'gnurant. E, se lo fate a casa mia, quel ditino indice potrete infilarvelo dove dico io, grazie al fatto che sarà staccato dal resto del corpo.
lunedì 16 aprile 2012
Fuga d'ammmòre
Prima che il tempo ci regalasse questo rigurgito d'inverno, sono stata rapita dal Cavaliere Impavido per una fuga romantica di quattro giorni. Era il suo regalo per il mio trentennesimo compleanno.
Come mai ci ho messo tanto a scrivere il post? Beh, ve ne renderete conto scorrendo, questo è il mio primo post con foto originali da me medesima prodotte. Uno sforzo sovraumano. Quando si è fidanzati, con una macchina fotografica in due, bisogna aspettare di tornare a casa, aspettare che lui scarichi le foto, vederle, sceglierle, e implorarlo di fare quelle magie che sa fare solo lui con fotosciòp. Io ci provo da sola, ma dopo le due funzioni base, lui mi guarda come guarda il suo cane (con tanto affetto, ma un po' di compassione) e prende il controllo del Mac.
Detto questo, sono stata per quattro meravigliosi giorni chiusa in una Spa inTrentinoAlto-Adige (che poi s'offendono), senza mettere piedi fuori dall'hotel. Il tempo è stato generoso, molto soleggiato, tanto da permetterci di girare in costume all'esterno. Mi sono perfino quasi abbronzata, raggiungendo il massimo della colorazione per quest'anno: il bianco meno pallido. La vista sulle montagne era veramente da pensieri profondi, tanto che il Cavaliere Impavido ha partorito uno dei suoi pensieri più seri: "C'è più Dio in cima alla XXXX che in tutte le chiese in cui mi hanno trascinatosono stato." E io gli dò ragione. XXXX è una montagna vicino a casa nostra.
Sono stata a Naturno, ridente micro-paesino tra Merano e il passo dello Stelvio. Vi lascio immaginare le mie giornate tra centro benessere, saune, sale relax e buffet. Ho passato più tempo sdraiata che in piedi, in tutti i sensi che riuscite a immaginare.
I vantaggi di soggiornare in Alto-Adige sono diversi, tra cui il fatto che è frequentato, soprattutto in bassa stagione, principalmente da Tedeschi e Svizzeri, di età medio-alta. Niente bambini urlanti o italiani baracconi. Unica fonte di fastidio: un gruppo di 6 cougar tedesche che cercavano di irretire il sommelier-figlio dei proprietari, che vestiva il suo -evidentemente- primo abito ufficiale con una non-non-chalance tipica dei ventenni che mettono la camicia solo ai matrimoni.
I popoli germanici hanno dei ritmi di vita completamente diversi dai miei, quindi non mi è mai capitato di trovare saune sovraffollate, palestra ripiena o coda al buffet. Sincronismo perfetto.
Il resort era a 4 stelle + , con una formula 3/4. Ve la voglio raccontare perché è la prima volta che mi capita:
- colazione dalle 8 alle 12, e non, come negli hotel dei poratchi, alle 10. Questo diventerà un requisito ufficiale di ogni mia altra vacanza, visto che prima delle 9.30 non mi alzo neanche sotto bombardamento. Io ci provavo a fare la brava, mangiando yoghurt e frutta secca, ma poi passavo davanti al reparto crepes e waffle, e me ne cadeva sempre uno nel piatto... C'era poi tutta la parte di salato per i crucchi, inclusa una bottiglia di prosecco sempre a disposizione. Alle 9 del mattino. Indovinate chi ho visto rifornirsi? Esatto, le cougar di qui sopra.
- light lunch dalle 12 alle 16. Insomma, con tutte quelle saune, non si vuole rischiare che qualcuno svenga per la fame. Ecco quindi un buffet di torte, frutta, e, a random, ravioli o pasta. Sì, avete capito, dolci e frutta e roba in brodo. Megamix da paura.
- cena à la carte con cucina tipico-sperimentale (cioé risotto al formaggio della zona e vino tipico, ma servito in porzioni minime e impiattato come un quadro di Cezanne). Ricordatevi che loro usano il dado come noi Lùmbard il sale, quindi preparatevi a dei sapori forti.
Il servizio era ottimo, il cibo molto buono, la tranquillità palpabile... unico neo? Come spesso succede nella zona del Trentino A.A., è tutto perfetto tranne l'uso spregiudicato della lingua italiana. Vi è mai capitato di dover prenotare dalla versione italiana di un sito tedesco? Sembra scritto da uno psicopatico sotto effetto di ecstasy. Ecco, tutto quello che era scritto in italiano era così, dal documento con tutte le informazioni in camera, alla traduzione dei piatti al buffet. Al menù delle acque (sì c'era un menù delle acque) mi sono sentita in dovere di fare una foto per voi, perché si raggiungono picchi inauditi.
Come mai ci ho messo tanto a scrivere il post? Beh, ve ne renderete conto scorrendo, questo è il mio primo post con foto originali da me medesima prodotte. Uno sforzo sovraumano. Quando si è fidanzati, con una macchina fotografica in due, bisogna aspettare di tornare a casa, aspettare che lui scarichi le foto, vederle, sceglierle, e implorarlo di fare quelle magie che sa fare solo lui con fotosciòp. Io ci provo da sola, ma dopo le due funzioni base, lui mi guarda come guarda il suo cane (con tanto affetto, ma un po' di compassione) e prende il controllo del Mac.
Detto questo, sono stata per quattro meravigliosi giorni chiusa in una Spa in
Vista dal giardino della Spa su quello-che-credo-che-sia il parco dello Stelvio |
Sono stata a Naturno, ridente micro-paesino tra Merano e il passo dello Stelvio. Vi lascio immaginare le mie giornate tra centro benessere, saune, sale relax e buffet. Ho passato più tempo sdraiata che in piedi, in tutti i sensi che riuscite a immaginare.
Naturno city |
I vantaggi di soggiornare in Alto-Adige sono diversi, tra cui il fatto che è frequentato, soprattutto in bassa stagione, principalmente da Tedeschi e Svizzeri, di età medio-alta. Niente bambini urlanti o italiani baracconi. Unica fonte di fastidio: un gruppo di 6 cougar tedesche che cercavano di irretire il sommelier-figlio dei proprietari, che vestiva il suo -evidentemente- primo abito ufficiale con una non-non-chalance tipica dei ventenni che mettono la camicia solo ai matrimoni.
I popoli germanici hanno dei ritmi di vita completamente diversi dai miei, quindi non mi è mai capitato di trovare saune sovraffollate, palestra ripiena o coda al buffet. Sincronismo perfetto.
Il resort era a 4 stelle + , con una formula 3/4. Ve la voglio raccontare perché è la prima volta che mi capita:
- colazione dalle 8 alle 12, e non, come negli hotel dei poratchi, alle 10. Questo diventerà un requisito ufficiale di ogni mia altra vacanza, visto che prima delle 9.30 non mi alzo neanche sotto bombardamento. Io ci provavo a fare la brava, mangiando yoghurt e frutta secca, ma poi passavo davanti al reparto crepes e waffle, e me ne cadeva sempre uno nel piatto... C'era poi tutta la parte di salato per i crucchi, inclusa una bottiglia di prosecco sempre a disposizione. Alle 9 del mattino. Indovinate chi ho visto rifornirsi? Esatto, le cougar di qui sopra.
- light lunch dalle 12 alle 16. Insomma, con tutte quelle saune, non si vuole rischiare che qualcuno svenga per la fame. Ecco quindi un buffet di torte, frutta, e, a random, ravioli o pasta. Sì, avete capito, dolci e frutta e roba in brodo. Megamix da paura.
- cena à la carte con cucina tipico-sperimentale (cioé risotto al formaggio della zona e vino tipico, ma servito in porzioni minime e impiattato come un quadro di Cezanne). Ricordatevi che loro usano il dado come noi Lùmbard il sale, quindi preparatevi a dei sapori forti.
Il servizio era ottimo, il cibo molto buono, la tranquillità palpabile... unico neo? Come spesso succede nella zona del Trentino A.A., è tutto perfetto tranne l'uso spregiudicato della lingua italiana. Vi è mai capitato di dover prenotare dalla versione italiana di un sito tedesco? Sembra scritto da uno psicopatico sotto effetto di ecstasy. Ecco, tutto quello che era scritto in italiano era così, dal documento con tutte le informazioni in camera, alla traduzione dei piatti al buffet. Al menù delle acque (sì c'era un menù delle acque) mi sono sentita in dovere di fare una foto per voi, perché si raggiungono picchi inauditi.
venerdì 6 aprile 2012
Back to basics
--- Attenzione: questo è un post ad alto contenuto di estrogeni. Uomini, non vale la pena di andare fino in fondo. E no, non è scritto in sanscrito, è solo come quando voi parlate di Suzuki 1000 ottomila cavalli versione sarcazzo eh? ---
Dopo il primo post sui prodotti Maddài, ho scoperto che c'è gente che non ne sa veramente a pacchi e, incredibilmente, che mi ha chiesto dei consigli. A me? Io non ho consigli da dare, il massimo che posso fare e condividere quello che faccio io. Quindi ecco il mio post sulla base del make-up, sulle fondamenta, sulla rampa di lancio, secondo la mia personalissima opinione.
Prima che anche a una sola di voi venga in mente di prendere sul serio quanto segue, vi prego di leggere il mio cv: ho imparato a truccarmi guardando la mia mamma. Fine. Stop. Questa è tutta la mia esperienza. Potreste sempre soppesare questa informazione con il fatto che guardavo la mia mamma negli anni '80 e '90 e sono sopravvissuta egregiamente. Anni '80, ho detto, quelli in cui si faceva uso smodato di ombretto fucsia e azzurro puffo insieme. E anni '90, quelli in cui la matita più scura sul contorno labbra era talmente un must che c'è gente che se l'è tatuata. E mo' te la tieni!
Quindi, riassumendo: non sono una professionista, non ho fatto corsi, non so truccare altro che me stessa. Non ho mai pensato di essere particolarmente brava finché qualcuno mi ha detto che ho una pelle bellissima. Che non è vero penniente, quindi significa che maschero bene.
Fatte le dovute premesse, potete leggere il seguito.
Iniziamo con qualche regoletta:
Dopo il primo post sui prodotti Maddài, ho scoperto che c'è gente che non ne sa veramente a pacchi e, incredibilmente, che mi ha chiesto dei consigli. A me? Io non ho consigli da dare, il massimo che posso fare e condividere quello che faccio io. Quindi ecco il mio post sulla base del make-up, sulle fondamenta, sulla rampa di lancio, secondo la mia personalissima opinione.
Prima che anche a una sola di voi venga in mente di prendere sul serio quanto segue, vi prego di leggere il mio cv: ho imparato a truccarmi guardando la mia mamma. Fine. Stop. Questa è tutta la mia esperienza. Potreste sempre soppesare questa informazione con il fatto che guardavo la mia mamma negli anni '80 e '90 e sono sopravvissuta egregiamente. Anni '80, ho detto, quelli in cui si faceva uso smodato di ombretto fucsia e azzurro puffo insieme. E anni '90, quelli in cui la matita più scura sul contorno labbra era talmente un must che c'è gente che se l'è tatuata. E mo' te la tieni!
Quindi, riassumendo: non sono una professionista, non ho fatto corsi, non so truccare altro che me stessa. Non ho mai pensato di essere particolarmente brava finché qualcuno mi ha detto che ho una pelle bellissima. Che non è vero penniente, quindi significa che maschero bene.
Fatte le dovute premesse, potete leggere il seguito.
Iniziamo con qualche regoletta:
giovedì 5 aprile 2012
Vita da bus e metodi educativi
Ieri sera sulla 50 (per i non Bauscia: è una linea di bus di Milano).
Nello spazio dedicato, ci sono due signore con bambino/a in carrozzina/passeggino + bambino/a di 3/4 anni seduti a fianco.
Il bambino di 3 anni fa i capricci ripetendo la stessa frase a nastro e scalciando. Va avanti per tre fermate.
Lasignora che io penso sia la mamma lo ignora.
Io penso: "Ma tu guarda che tempra 'sta mamma che ignora i capricci invece di assecondarli o di diventare isterica pure lei..."
Il bambino, a un certo punto, si distrae e smette.
"Vedi che aveva ragione a ignorarlo?"
La bambina a fianco gli fa notare il parchetto fuori dal bus. Il bambino attacca: "VOGLIOANDAREAIGIARDINI!VOGLIOANDAREAIGIARDINI!VOGLIOANDAREAIGIARDINI!"
Lasignora che io penso sia la mamma lo ignora.
"Certo che se tuo figlio comunica solo per capricci..."
A un certo punto, nel mezzo del capriccio, il bambino chiama la mamma con la mano. (Lei ha i capelli lunghi fino a metà schiena, quindi la mano del bambino si appoggia sui capelli. Ma questo l'ho ricostruito dopo).
Parte lo schiaffone. Non forte, ma non finto.
"mmm..meritato."
Parte l'urlo: "Non farlo MAI PIU'!!!"
"i capricci?"
"NON TI PERMETTERE MAI PIU' DI TIRARMI I CAPELLI!!!" Pausa.
"Cioé, si è preso uno scapaccione per quello? NON perché ci stava stracciando i coglioni da 5 fermate? E ci credo ch..." "TI SPACCO LA FACCIA SE TOCCHI I CAPELLI DI NUOVO ALLA ZIA!!!"
E qui è partita una levata di sopracciglia nel raggio di tre metri tra tutti i passeggeri.
Ora, io, da figlia, sono a favore dello sculaccione educativo. So che molti non sono d'accordo. Io nella mia vita ne ho presi, non molti, non molto forti, ma mi hanno fatto crescere. Poi possiamo discutere per anni sul troppo e sulla violenza. E non mi permetto di giudicare l'operato dei genitori perché non ho figli. Ma una zia non può mettere le mani su un nipote. Sarà che le mie zie sono tutte buonissime. Non sono così tutte? E una mamma non può lasciare non uno, ma ben due bambini, in mano a una zia isterica. Ma soprattutto, volevo lanciare un messaggio alla signora in questione:
"SIGNORA, NON SI PREOCCUPI, CHE I SUOI CAPELLI FACEVANO GIA' SCHIFO!"
Nello spazio dedicato, ci sono due signore con bambino/a in carrozzina/passeggino + bambino/a di 3/4 anni seduti a fianco.
Il bambino di 3 anni fa i capricci ripetendo la stessa frase a nastro e scalciando. Va avanti per tre fermate.
La
Io penso: "Ma tu guarda che tempra 'sta mamma che ignora i capricci invece di assecondarli o di diventare isterica pure lei..."
Il bambino, a un certo punto, si distrae e smette.
"Vedi che aveva ragione a ignorarlo?"
La bambina a fianco gli fa notare il parchetto fuori dal bus. Il bambino attacca: "VOGLIOANDAREAIGIARDINI!VOGLIOANDAREAIGIARDINI!VOGLIOANDAREAIGIARDINI!"
La
"Certo che se tuo figlio comunica solo per capricci..."
A un certo punto, nel mezzo del capriccio, il bambino chiama la mamma con la mano. (Lei ha i capelli lunghi fino a metà schiena, quindi la mano del bambino si appoggia sui capelli. Ma questo l'ho ricostruito dopo).
Parte lo schiaffone. Non forte, ma non finto.
Lo sappiamo tutti che Licia era un pezzo di pane, quindi devi proprio "averglielo tirato fuori" lo schiaffone, Mirko! |
"mmm..meritato."
Parte l'urlo: "Non farlo MAI PIU'!!!"
"i capricci?"
"NON TI PERMETTERE MAI PIU' DI TIRARMI I CAPELLI!!!" Pausa.
"Cioé, si è preso uno scapaccione per quello? NON perché ci stava stracciando i coglioni da 5 fermate? E ci credo ch..." "TI SPACCO LA FACCIA SE TOCCHI I CAPELLI DI NUOVO ALLA ZIA!!!"
E qui è partita una levata di sopracciglia nel raggio di tre metri tra tutti i passeggeri.
Ora, io, da figlia, sono a favore dello sculaccione educativo. So che molti non sono d'accordo. Io nella mia vita ne ho presi, non molti, non molto forti, ma mi hanno fatto crescere. Poi possiamo discutere per anni sul troppo e sulla violenza. E non mi permetto di giudicare l'operato dei genitori perché non ho figli. Ma una zia non può mettere le mani su un nipote. Sarà che le mie zie sono tutte buonissime. Non sono così tutte? E una mamma non può lasciare non uno, ma ben due bambini, in mano a una zia isterica. Ma soprattutto, volevo lanciare un messaggio alla signora in questione:
"SIGNORA, NON SI PREOCCUPI, CHE I SUOI CAPELLI FACEVANO GIA' SCHIFO!"
martedì 27 marzo 2012
Segnali inquietanti 2 e pure peggio
Il mio corpo sta cercando di fregarmi. Questa volta supportato da una potente alleata: la mente. Avete presente l'orologio biologico? Io non ce l'ho. Ho il timer di una bomba a orologeria.
Cosa è successo? Da qualche mese sono sempre, costantemente eccitata. Non starò a raccontravi i dettagli della mia vita sessuale, di cui potete avere uno scorcio qui, ma vi assicuro che è nettamente più vivace e pericolosa. Ovviamente il Cavaliere Impavido ringrazia, ma io ho paura che prima o poi succederà l'irreparabile. Ti distrai un attimo e tààààc!| l'hai combinata. Intendiamoci, non sono contraria ai bambini, anzi sono molto brava, con quelli degli altri. E' solo che non è il momento. Invece il mio corpo ha deciso di sì. Sapete cosa mi spaventa di più? Che qualche mese fa, di fronte a un ritardo, mi sono ritrovata a pensare: "Non sarebbe una tragedia." Il pensiero si è manifestato da solo nella mia mente. Insomma, ho trent'anni e non quindici, ho un fidanzato da millenni, abbiamo un lavoro stabile, stiamo facendo casa...poi ho ripreso il controllo della mia mente. La casa, appunto, non è lontanamente pronta. E poi vorrei godermela un attimo prima di ritrovarmi ad avere un nanerottolo attaccato alle gambe a cui dedicare il 100% del mio tempo. E invece, improvvisamente, qualche giorno fa, un altro pensiero sconvolgente: "Non ce la farò mai ad avere 3 figli". A meno che non ne produca uno ogni paio d'anni per i prossimi 6-7 anni. Non voglio ritrovarmi a partorire a 40 anni (potendo) quindi questo esclude 3 pargoli. Ma poi chi ne vuole tre? Quando mai l'ho detto che ne volevo tre? Perché non solo il mio corpo, ma anche la mia mente sta viaggiando da sola? Chi è questo alieno che alberga in me?
Devo dedurre che una delle conseguenze di essere entrata nei perennemente-trent'anni è che perdi il controllo di te stessa?
Cosa è successo? Da qualche mese sono sempre, costantemente eccitata. Non starò a raccontravi i dettagli della mia vita sessuale, di cui potete avere uno scorcio qui, ma vi assicuro che è nettamente più vivace e pericolosa. Ovviamente il Cavaliere Impavido ringrazia, ma io ho paura che prima o poi succederà l'irreparabile. Ti distrai un attimo e tààààc!| l'hai combinata. Intendiamoci, non sono contraria ai bambini, anzi sono molto brava, con quelli degli altri. E' solo che non è il momento. Invece il mio corpo ha deciso di sì. Sapete cosa mi spaventa di più? Che qualche mese fa, di fronte a un ritardo, mi sono ritrovata a pensare: "Non sarebbe una tragedia." Il pensiero si è manifestato da solo nella mia mente. Insomma, ho trent'anni e non quindici, ho un fidanzato da millenni, abbiamo un lavoro stabile, stiamo facendo casa...poi ho ripreso il controllo della mia mente. La casa, appunto, non è lontanamente pronta. E poi vorrei godermela un attimo prima di ritrovarmi ad avere un nanerottolo attaccato alle gambe a cui dedicare il 100% del mio tempo. E invece, improvvisamente, qualche giorno fa, un altro pensiero sconvolgente: "Non ce la farò mai ad avere 3 figli". A meno che non ne produca uno ogni paio d'anni per i prossimi 6-7 anni. Non voglio ritrovarmi a partorire a 40 anni (potendo) quindi questo esclude 3 pargoli. Ma poi chi ne vuole tre? Quando mai l'ho detto che ne volevo tre? Perché non solo il mio corpo, ma anche la mia mente sta viaggiando da sola? Chi è questo alieno che alberga in me?
Devo dedurre che una delle conseguenze di essere entrata nei perennemente-trent'anni è che perdi il controllo di te stessa?
venerdì 23 marzo 2012
Grandi idee per il sabato sera
Io e il Cavaliere Impavido abbiamo deciso di sposarci. Anzi, no. Prima che la Zitella corra a comprarsi uno...due...sei vestiti (una donna dovrà pur avere qualcosa tra cui scegliere), voglio rassicurarla: non mi sposo, non ora. Non devi comprare un abito di questa PE e nemmeno della prossima FW. Sulle stagioni successive, ne riparliamo.
Semplicemente, nel dubbio, abbiamo deciso di portarci avanti e di anticipare l'anticipabile, quindi...abbiamo cominciato il Corso Fidanzati.
Ragazzi, che esperienza. Non è per niente quello che mi aspettavo. Il corso dura sei settimane e nove sedute. Abbiamo scelto un corso di sabato sera, perché misteriosamente tutti i corsi nel raggio di 30 chilometri da casa nostra si tengono il martedì, sera in cui lui ha gli allenamenti a calcetto, per cui nisba (ci sono delle priorità).
Il corso del sabato, per ammissione degli organizzatori, è il corso degli "strani": gente che fa orari strani di lavoro, coppie che vengono da regioni diverse e si vedono solo nel week-end...
Semplicemente, nel dubbio, abbiamo deciso di portarci avanti e di anticipare l'anticipabile, quindi...abbiamo cominciato il Corso Fidanzati.
Ragazzi, che esperienza. Non è per niente quello che mi aspettavo. Il corso dura sei settimane e nove sedute. Abbiamo scelto un corso di sabato sera, perché misteriosamente tutti i corsi nel raggio di 30 chilometri da casa nostra si tengono il martedì, sera in cui lui ha gli allenamenti a calcetto, per cui nisba (ci sono delle priorità).
Il corso del sabato, per ammissione degli organizzatori, è il corso degli "strani": gente che fa orari strani di lavoro, coppie che vengono da regioni diverse e si vedono solo nel week-end...
mercoledì 21 marzo 2012
30 rocks!
Oggi compio trent'anni.
Uaaaaaaau, che effetto fa, scriverlo.
Come festeggerò? Beh, state tranquilli che i festeggiamenti per il Giubileo in confronto saranno la festa dell'Oratorio. Cominciamo con il dire che ho iniziato sabato scorso prendendomi una colossale sbronza, non in discoteca, bensì in un locale perbenino, da sola con il Cavaliere Impavido. Oggi sono sola soletta a Parigi, mentre mi perculo da sola per essere stata così stupida da fissare delle riunioni all'esterno il giorno del mio Compleanno, quello con la C maiuscola. Il telefono continua a squillare e queste mummie francesi devono pensare che io abbia una vita parallela. Dopo di che, stasera si torna a casetta e sospetto che mia madre mi abbia organizzato una festa a sorpresa (mi ha chiesto venti volte a che ora rientro...). Il tour continua domenica sera con il giro dei parenti, il week-end prossimo quando il Cavaliere Impavido mi poterà al mio long week-end surprise di compleanno e infine, a giugno, sì giugno, con la mia mega-festa-di-Fucking-Compleanno. A giugno perché spero che il tempo mi faccia la grazia di concedermi di fare una distruggi-festa all'aperto di modo che ognuno possa vomitare nel prato. Io lo trovo un programmino allettante, se ci arrivo intera.
Volevo fare un post "vi-racconto-un-po-di-me", ma non sono riuscita nemmeno a creare una foto decente.
Non voglio scrivere un post "bilancio-della-mia-vita", perché sono un po' coniglia e non mi piace fare un bilancio se la mia vita non è al punto che vorrei. E non è neanche un post "in-realtà-me-ne-sento-venti", perché non so quanti me ne sento, ma sono sicuramente diversa da quando ne avevo venti. I primi due post prometto di farli prima del compimento del 31esimo compleanno.
Quindi questo è un post informativo. Compio trent'anni, sappiatelo. Mi aspetto degli auguri. Tutto sommato la sto prendendo bene.
Ah, sappiate che da qui in poi saranno per sempre trenta. PER SEMPRE.
Uaaaaaaau, che effetto fa, scriverlo.
Come festeggerò? Beh, state tranquilli che i festeggiamenti per il Giubileo in confronto saranno la festa dell'Oratorio. Cominciamo con il dire che ho iniziato sabato scorso prendendomi una colossale sbronza, non in discoteca, bensì in un locale perbenino, da sola con il Cavaliere Impavido. Oggi sono sola soletta a Parigi, mentre mi perculo da sola per essere stata così stupida da fissare delle riunioni all'esterno il giorno del mio Compleanno, quello con la C maiuscola. Il telefono continua a squillare e queste mummie francesi devono pensare che io abbia una vita parallela. Dopo di che, stasera si torna a casetta e sospetto che mia madre mi abbia organizzato una festa a sorpresa (mi ha chiesto venti volte a che ora rientro...). Il tour continua domenica sera con il giro dei parenti, il week-end prossimo quando il Cavaliere Impavido mi poterà al mio long week-end surprise di compleanno e infine, a giugno, sì giugno, con la mia mega-festa-di-Fucking-Compleanno. A giugno perché spero che il tempo mi faccia la grazia di concedermi di fare una distruggi-festa all'aperto di modo che ognuno possa vomitare nel prato. Io lo trovo un programmino allettante, se ci arrivo intera.
Volevo fare un post "vi-racconto-un-po-di-me", ma non sono riuscita nemmeno a creare una foto decente.
Non voglio scrivere un post "bilancio-della-mia-vita", perché sono un po' coniglia e non mi piace fare un bilancio se la mia vita non è al punto che vorrei. E non è neanche un post "in-realtà-me-ne-sento-venti", perché non so quanti me ne sento, ma sono sicuramente diversa da quando ne avevo venti. I primi due post prometto di farli prima del compimento del 31esimo compleanno.
Quindi questo è un post informativo. Compio trent'anni, sappiatelo. Mi aspetto degli auguri. Tutto sommato la sto prendendo bene.
Ah, sappiate che da qui in poi saranno per sempre trenta. PER SEMPRE.
martedì 13 marzo 2012
Gita di classe
Recentemente sono stata alla convention aziendale.
Per quelli di voi che sono studenti, lavorano in aziende
medio-piccole, o semplicemente in aziende che non le fanno, cosa sono le
convention?
Le convention consistono nel prendere l’azienda, trasferirla
in blocco in un luogo lontano da pc e telefoni (fino all’avvento del bberry) e
sparare un sacco di minchiate.
A seconda dell’azienda (e del budget), si porta un team, un
dipartimento, o tutta l’azienda.
L’obbiettivo, sulla carta, è fare il punto della situazione, riassumere
com’è andato l’anno precedente, diffondere gli obbiettivi per l’anno successivo
e motivare le persone a raggiungerli, annunciare le grandi novità…
In realtà l’obbiettivo meno dichiarato è quello di far socializzare le persone.
In realtà l’obbiettivo meno dichiarato è quello di far socializzare le persone.
Far integrare i nuovi arrivati, fare in modo che si impari
il nome di almeno 10 persone, cercare di rimediare al fatto che c’è gente che da
anni si odia profondamente e che se si incontrasse per strada si investirebbe
con la macchina.
In sostanza, una convention aziendale è una gita di classe
per adulti.
E siccome fare socializzare degli adulti non è facile, si
usano le classiche armi: il cibo e l’alcol.
Ho lavorato in diverse aziende e sono giunta a concludere
che ci sono delle verità universali sulle convention:
giovedì 8 marzo 2012
Digito ergo sum: le beauty blogger
Faccio un collage dalle e-mail che riceviamo quotidianamente in azienda.
Buongiorno,
mi chiamo MissFarfallina/Makuppina/Cacchina, ho da qualche mese/recentemente/appena aperto un seguitissimo blog di cosmetica www.volevounnomeconmakeupmaquelliintelligentieranoesauriti.com, che vanta ben (!) 10/15/100 lettori fissi. Vorrei poter condividere con i miei lettori, per i quali sono un punto di riferimento costante della bellezza, il mio punto di vista suoi vostri prodotti, di cui sono fannissima. Pertanto, potete inviare i vostri prodotti a:
MissCaccolo,
via dalla lingua italiana 1
Paese dei Blush
C'è chi lo scrive in maniera più ricamata, chi più asciutta, chi è molto gentile, chi se la tira a più non posso, chi non ha evidentemente passato la terza elementare, chi è laureato in lettere e filologia romanza, ma il succo è sempre lo stesso: vogliono dei prodotti. Aggratisse
Premesso che io non sono nessuno, che non sono una beauty blogger, che in azienda non mi occupo dei blogger, care mie piccole Natalie Aspesi in erba, vorrei dirvi un paio di cosette:
Buongiorno,
mi chiamo MissFarfallina/Makuppina/Cacchina, ho da qualche mese/recentemente/appena aperto un seguitissimo blog di cosmetica www.volevounnomeconmakeupmaquelliintelligentieranoesauriti.com, che vanta ben (!) 10/15/100 lettori fissi. Vorrei poter condividere con i miei lettori, per i quali sono un punto di riferimento costante della bellezza, il mio punto di vista suoi vostri prodotti, di cui sono fannissima. Pertanto, potete inviare i vostri prodotti a:
MissCaccolo,
via dalla lingua italiana 1
Paese dei Blush
C'è chi lo scrive in maniera più ricamata, chi più asciutta, chi è molto gentile, chi se la tira a più non posso, chi non ha evidentemente passato la terza elementare, chi è laureato in lettere e filologia romanza, ma il succo è sempre lo stesso: vogliono dei prodotti. Aggratisse
Premesso che io non sono nessuno, che non sono una beauty blogger, che in azienda non mi occupo dei blogger, care mie piccole Natalie Aspesi in erba, vorrei dirvi un paio di cosette:
venerdì 24 febbraio 2012
Due cervelli, un cuore solo
Certe volte non hai bisogno di fare le elementari-medie-superiori insieme per capire che una è tua amica ddentro.
E per tutti i malpensanti, ecco la conversazione reale:
E per tutti i malpensanti, ecco la conversazione reale:
giovedì 23 febbraio 2012
BB Cream: Ba Berché?
In qualità di grande autorità di 'sta cippa della cosmesi italiana, ricevo valanghe di e-mail con la stessa domanda: ma 'sta BB Crim? Qual'è la migliore? Fa davvero quello che promette? E davvero c'è vita su Marte?
In realtà la mittente è solo una, quella vecchia stalker della Zitella.
Voglio essere chiara: non ne ho provata neanche una. Perché? Perché non me ne hanno regalata neanche una, e possedendo un valore totale di fondotinta/cipria/base/correttore in grado di superare il PIL di qualche paese africano, mi guardo bene dall'avvicinarmi. In più, non ho trovato niente che mi interessasse a tal punto da scucire dei soldi.
Ma come! Direte voi, ne parlano tutti! Ne decantano le lodi, ne magnificano gli effetti...questo prodotto iper-innovativo unifica, liscia, colora, pulisce, lava, stira e piscia il cane. Anvedi però!
L' Oggi Mordo pensiero sulla BB Cream si può riassumere così:
In realtà la mittente è solo una, quella vecchia stalker della Zitella.
Voglio essere chiara: non ne ho provata neanche una. Perché? Perché non me ne hanno regalata neanche una, e possedendo un valore totale di fondotinta/cipria/base/correttore in grado di superare il PIL di qualche paese africano, mi guardo bene dall'avvicinarmi. In più, non ho trovato niente che mi interessasse a tal punto da scucire dei soldi.
Ma come! Direte voi, ne parlano tutti! Ne decantano le lodi, ne magnificano gli effetti...questo prodotto iper-innovativo unifica, liscia, colora, pulisce, lava, stira e piscia il cane. Anvedi però!
L' Oggi Mordo pensiero sulla BB Cream si può riassumere così:
martedì 21 febbraio 2012
Il regalo perfetto: il TRANQUILLAMI
Il Cavliere Impavido, senza macchia e senza paura, mi ha fatto il regalo più gradito della vita mia, ovviamente dopo il brillocco di NON fidanzamento.
Iscriviti a:
Post (Atom)