Dunque: Royal Air Maroc, al ritorno da un viaggio di lavoro da Marrakech. Io e i miei dieci colleghi siamo gli unici europei a bordo, per la proprietà transitiva anche gli unici cristiani, e casualmente finiamo negli ultimi posti. Intendo l'ultima fila, quella talmente vicino alla porta posteriore che puoi sentire l'odore di cosa hanno imbarcato per pranzo prima che aprano le scatole.
L'aereo è di quelli grandi (la mia conoscenza scientifica finisce qui, direi sui 200 posti?) strapieno di neonati che si danno il turno a chi strilla di più, magicamente uno alla volta. 4 ore di sirena da ambulanza nelle orecchie. Un bambino offre il suo sandwich al cammello al mio collega, che si deve trattenere dal vomitare. L'amico/fratello del bambino, invece, non si trattiene e vomita. E in tutto ciò non siamo ancora partiti. Cosa fanno le hostess per riparare il danno? SPRUZZANO DEL PROFUMO sulla moquette della cabina. Moquette, per inciso, che risaliva agli anni '30.
Per non farci mancare nemmeno uno dei cinque sensi, abbiamo anche l'alito pestilenziale post-svenimento-da-alcol di un collega che il giorno prima non ha dormito in camera sua e non si ricorda di come abbia fatto a tornare all'hotel alle 7 della mattina stessa. Eau de vodka a gargamella, si sente a sedili di distanza.
Si accende finalmente l'aereo e capiamo quanto siano di merda i nostri posti: i gas di scarico devono essere stati dirottati direttamente su di noi, è ufficiale, stanno cercando di ucciderci. A me poi cade quasi in testa la copertura del vano delle cappelliere. Un sedile è squarciato come sui treni dei pendolari, è un altro segnale?
La puzza che si diffonde non appena arriva il momento del pasto non la voglio raccontare. Le hostess e gli steward troppo
Devo continuare? Ricordo di avere fatto tutto il viaggio con il piumino addosso, il cappuccio calcato in testa, gli occhiali da sole e la sciarpa sul naso. Sembravo una black block, a parte che il piumino era rosa chewin-gum. Ho cercato di auto-ipnotizzarmi e di provare l'esperienza di uscire dal mio corpo per allontarami da quello squallore, ma è stata dura e, se avessi cercato di uscire più intensamente, oggi mi starebbero ancora cercando in una clinica psichiatrica.
E per concludere, quello che io ritengo il gesto di inciviltà massima: l'applauso dopo l'atterraggio. MA COSA CAZZO APPLAUDI capra, che l'aereo è il mezzo più sicuro del mondo! Si fa l'applauso al medico che ti dà una medicina? All'autista del bus quando ti porta al lavoro? A tua madre che ti cucina ogni santo giorno? NO, perché stanno facendo il loro porco lavoro (forse è meglio che elimino la parte sulla mamma). E allora che cazzo applaudi al Big Jim che ti ha portato a Milano dove devi andare a lavorare? Che l'unica volta ch ha aperto bocca è stato per dare il benvenuto a bordo in quella specie di lingua propria solo degli aerei dove le frasi si spezzano a muzzo, a seconda di come va a capo il foglietto delle istruzioni? Cioé pilotano un aereo e non sanno dire Welcome on board con gli accenti giusti. Però sono fighi. Facciamoci due domande sui criteri di assunzione delle compagnie aeree.
mi chiedo se un'esperienza del genere possa valere dieci anni di purgatorio...
RispondiEliminaquanto odio la burinata dell'applauso
grazie di aver volato con OggiMordo. domanipure!
RispondiEliminagogo
Quando su un aereo c'è un italiano qualunque l'applauso all'atterraggio parte sempre e comunque.
RispondiEliminaE io m'incazzo.
Io viaggio spesso e purtroppo l'applauso lo vedo sempre e solo fare agli italiani...che vergogna...
RispondiEliminaio son riuscita a far di peggio...
RispondiEliminadico solo che ho preferito smettere di volare!
l'ultima volta che ci ho provato,7 anni fa,ho fatto una scenata dovuta al panico (tralascio i dettagli) prima che l'aereo partisse e quando siamo atterrati il pilota mi ha dedicato il volo,l'applauso l'hanno fatto a me...mi son vergognata giusto un pochino!
E