Data originaria: 25 febbraio 2009
Il titolo non è un ossimoro, è semplice osservazione della realtà. Consiglio al marketing strategico del brand Louis Vuitton un'attenta riflessione sulla piega che sta prendendo la marca, a forza di borse vendute sulle bancarelle del mercato di Pinerolo, Malè o Canicattì... Mentre io devo ancora cercare su Google come si scrive LOUIS, tante altre galline sanno con precisione geometrica l'indirizzo della boutique di Galleria. E NON il corner in Rinascente, il vero top è sfoggiare anche la shopper di carta con cui si è tornate a casa trionfanti...
Scena di vita vissuta 1) a supporto di quanto asserito:
Rientro in ufficio dopo pausa pranzo con 3 colleghe. Età di tutte: 27, 27, 27 e 25. Rispettivamente impiegata al II impiego (io), impiegata al primo impiego, collaboratrice a progetto da 300€ mensili, stagiaire non retribuita trasferita da Bari a Milano. Salendo le scale dell'ufficio non posso non notare che tutte e 3 portano una SPEEDY 30, catalogata sul sito LV tra gli "essenziali", alla modica cifra di 460€. Tutte vere, con la pelle scurita dal tempo. Mi sento un attimo, circondata, direi...soffocata?
Scena di vita vissuta 2):
Cugina sedicenne di famiglia con "normali" possibilità economiche usa come borsa per la danza una LV vintage modello simil Cabas Mezzo. Io allibita sgrano gli occhi. "La nonna la stava buttando, l'ho salvata in tempo", mi dice. Datemi mia nonna e il suo armadio, prima che compia altre scempiaggini. Datemi una ragazzina di 16 anni che riconosce una LV vera.
Domanda: è diventato così accessibile un marchio del genere? Oppure sono cambiate le priorità? Meglio una macchina scrausa, non mangiare e andare in vacanza a Varigotti, ma costi quel che costi mi faccio una Speedy? Ma lo Speedy non era una droga? O forse il nome della droga arriva da questo? E la domanda da vera stronza: chi la vuole più la Speedy adesso che ce l'hanno tutte? ;)
Baci baci
Speedy giammai! Soprattutto se monogram. E' oramai così impersonale (e dozzinale)
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