Data originaria: 21 maggio 2007
La prima regola della vità di una stronza, è togliersi gli occhiali con le lenti rosate, che ci indorano la pillola, e vedere il mondo per quello che è: una fogna. (In alcuni quartieri di Napoli questa non è una metafora, in questi giorni, o sbaglio?)
La prima regola della vità di una stronza, è togliersi gli occhiali con le lenti rosate, che ci indorano la pillola, e vedere il mondo per quello che è: una fogna. (In alcuni quartieri di Napoli questa non è una metafora, in questi giorni, o sbaglio?)
In un certo senso, la stronza è restata agli anni ’60: vede solo in due colori: o bianco o nero. (beh, certe volte anche rosso, se proprio le girano…) Aprire gli occhi e accettare la realtà è il primo passo per il cambiamento.
Nessuna pietà significa essere fredde e lucide per vedere le cose come sono, accettarle, e cambiare quelle che non ci piacciono, per essere pronte a colpire quando il nemico non se lo aspetta, senza rimpianti.
Nessuna pietà, perciò,contro chi trama alle spalle, contro chi parla per niente, come i politici, contro i ladri, (che comprendono, guarda un po’ i politici), contro chi ci prende in giro, (tra cui sempre loro…) contro chi ci intasa la vita con parole e fatti inutili, contro chi ci danneggia senza che noi li abbiamo provocati, contro chi ci ostacola a nostro discapito.
La stronza è un caterpillar (non preoccupatevi, questo sarà argomento di un corso monografico), che passa sopra a chi le si mette davanti. Unica eccezione ammessa: se chi ci è davanti è Brad Pitt (o X elemento a vostra scelta che genera tempeste ormonali) siete autorizzate anche a metterlo sopra, a meno che voi non preferiate altre posizioni.
Ammettere la realtà riguarda anche noi stesse. Cominciamo da ciò che è vicino, talmente vicino da essere su di noi, da essere noi. Adesso abbassate lo sguardo: avete tanti salvagente da salvare gli sfollati del Titanic? Avete tanta cellulite che se fosse una fonte di energia illuminereste tutta la Lombardia sotto Natale? Vi piace? Prendete nota di tutti i vostri difetti e decidete: quali vi piacciono (perché ci sono i difetti che ci piacciono, dai!) e quali decisamente vi fanno passare la voglia di guardarvi allo specchio? Accettate i primi, e siate disposte a difenderli dagli attacchi, senza nascondervi dietro scuse banali (le maniglie dell’amore non sono ereditarie), ma su quelli che non vi piacciono, dovete lavorare, lavorare, lavorare. Il primo passo è semplice, basta fare una lista. Poi prendete quello che avete scritto dalla parte “non mi piace” e mettete in ordine di priorità; e, partendo dal primo punto, date fondo alla lista, dovesse costarvi anni, o una vita intera. Nota: a chi fosse venuto il dubbio, un buon parrucchiere non impiega anni a farvi un taglio che vi stia bene, se alla seconda chance non ci arriva, cambiatelo. Non importa se è il pavvucchieve dei vip. Truccarsi non è un obbligo, è una scelta. Il deodorante invece sì, è un obbligo, e se potete, diffondete questa informazione basilare anche ai vostri vicini in metropolitana.
Detto questo, vi lascio meditare su queste verità sconvolgenti-a-tratti-allucinanti (brava a chi scova la citazione) che sicuramente già stavano nella vostra mente, ma sepolte sotto tonnellate di fard.
Sayonara
p.s.: Tolte le lenti rosate, potete mettervi quelli da sole. La lente scura oversize fa tanto bene all’immagine e all’anima!
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